Planetary Assault Systems

Arc Angel

2016 (Ostgut Ton)
techno
7.5

Immaginatevi di essere distesi a terra, impossibilitati a muovervi, con la testa schiacciata al suolo, come sfondo il grigiore tetro di una metropoli industriale da cui si levano fumi di carbon fossile, davanti a voi un Tiger VI e su in cabina un Luke sogghignante, con elmetto in testa in assetto da battaglia, muove i cingoli e vi schiaccia il cranio più e più volte. Questa premessa è opportuna quando ci si approccia alla musica di P.A.S. D'altronde, per uno che si sceglie come moniker "Sistemi di Assalto Planetario" cosa dovresti aspettarti? 

Luke Slater è uno che è nel giro della techno da oltre 20 anni. Venti anni. L'utente medio dopo mezz'ora ha il cervello in pappa, dopo due ore è in preda alle convulsioni. E' grazie a gente come lui e Surgeon e Regis se Berlino è la capitale mondiale della techno. Lui che le ha passate tutte, dalle derive acid degli anni Novanta, alla minimal dei primi anni Duemila, dalle contaminazioni con la house di metà decennio fino alle derive industrial più cupe dei giorni nostri. La techno di Luke Slater, sotto lo pseudonimo Planetary Assault Systems, in particolare, è qualcosa di ben lontano dall'empatia, dal romanticismo, è "mentalismo" allo stato puro, slegato dalla dancefloor, slegato dalle cuffie, slegato dal mondo terreno, non è di certo il sound che passano le radio nei centri commerciali per favorire gli acquisti, ecco.

Ma Luke è un lungimirante, non alza l'asticella dei bpm a livelli stratosferici per finire in territori hardocore o drum'n'bass, lui pesca dal suo cilindro magico un vero e proprio "arsenale militare" e seleziona i suoni più oscuri e pesanti possibili, ci lavora sopra con una maestria chirurgica, tesse una trama sonora stratificata e densa come l'iridio, ci monta una cassa 4/4 inumana e tira fuori delle botte incredibili.
"The Messenger" fu un disco assurdo, roba da operai siderurgici e artigiani, picchiava come un forsennato, scuoteva le pareti manco fosse una palla da demolizioni: tracce come "Kray Squid", "Bell Blocker" ma soprattutto "Rip The Cut" ti frantumavano le ossa del cranio. Ti verrebbe da pensare che infanzia abbia mai avuto un tipo come Slater che magari le prendeva di santa ragione dal padre ogni giorno, oppure invece delle figurine si scambiava Lsd con Blixa Bargeld, magari è solo uno che fa maledettamente bene il suo lavoro.

Ora esce fuori questo "Angel Arc", dopo 5 anni dall'ultima fatica sulla lunga distanza, per la sacrosanta Ostgut Ton. Nel quartier generale O-Ton Luke è una leggenda (e ci credo), il disco è stato annunciato oltre due mesi fa e incredibilmente non è trapelato nulla dello stesso, a parte qualche snippet autorizzato dalla stessa etichetta. Secondo un'intervista rilasciata dallo stesso Luke, i territori di distruzione intrapresi da "The Messenger" vengono abbandonati per dar spazio a una techno meno opprimente ma decisamente più melodica e armoniosa, un peccato verrebbe da dire, ma allo stesso tempo stiamo parlando di un artista che si mette constantemente in gioco (vedesi il progetto parallelo increnato sulla dub "L.B. Dub Corp.", sempre di alto livello) prerogativa del suo talento indiscutibile. 

E' comunque un bel mattone, "Arc Angel": oltre due ore di cassa, stasi, ripetizioni, ossessioni, dramma, ascese e discese, psicosi ed emozioni. Partiamo dicendo che i pezzi più suggestivi sono rispettivamente "Tri Fn Trp" e "Bawoo Bawoo", dove il marchio PAS è ben udibile e contraddistinto rispetto alla media dell'opera; l'intransigenza della sua techno non fa prigionieri o ci sei dentro o la aborri, pulsazioni industriali maniacali e trame sonore da contenzione, ci sono poi "Message From The Drone Sector" e "Blue Monk" che insieme raggiungono 18 minuti, e forse capisci perché il 4/4 non può mai raggiungere il successo, si deve essere un po' (tanto) autolesionisti per apprezzare questo modus di intendere la musica. E meno male che avrebbe dovuto addolcire il suono; perché in "Max" di dolce non c'è proprio nulla, tantomeno il suono che forse lascia qualche briciolo di scampo prima di massacrare di nuovo i timpani, "Sonar Falls", giustamente, con quei sample subacquei catturati probabilmente da U-Boot mai dismessi, mentre "The Last Scene" rincara fortissimo la dose e chiude al meglio il cerchio.

Si potrebbe continuare analizzando le tracce dicendo che forse c'è un po' più di armonia nel suono rispetto a "The Messenger" come può trasparire in "Merry Go Round", la verità è che album del genere sono difficili da digerire ma che ti sanno ripagare come poche cose quando sei nel mood giusto.
Luke Slater è la sintesi tra l'uomo e la macchina: il corpo di un cyborg dove dentro pulsa fortissimo un cuore umano grondante di vita.

05/10/2016

Tracklist

1. Cassette 
2. Angel Of The East 
3. Tri Fn Trp 
4. Sonar Falls 
5. Interlude 1 
6. Message From The Drone Sector 
7. Merry Go Round 
8. Interlude 2 
9. Behind The Eyes 
10. Bawoo Bawoo 
11. Interlude 3 
12. Revolution One 
13. Interlude 4 
14. Blue Monk 
15. Groucho 
16. Interlude 5 
17. The Rider 
18. Max 
19. Interlude 6 
20. The Last Scene 
21. Arc Angel (Continuous Mix) 

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