Il limite maggiore di "Circuits" è la cadenza inglese: nell’altalena idiomatica del nuovo album del combo agli ordini di Thorsten e Matthias, i brani scivolano meglio quando il tedesco sostituisce l’inglese; d’altronde, la lingua germanica, si sa, nell’elettronica dancey rende bene, Patenbrigade: Wolff!, Welle: Erdball, senza tralasciare i rimandi oscuri di Blutengel o Rotersand, sono testimonianze ben conosciute di come il contrasto tra il flusso elettronico e la durezza idiomatica generi piacevolezza.
Tanti singoli e un primo album completo, “Now”, anagraficamente datato 2015, i Pos.:2 rinascono con un album scritto, composto e voluto, come da tradizione, per ballare sotto i laser dei club europei.
Melodici nel cantato, algidi nel rapporto tra synth e macchine di supporto, i due ragazzi cerebrotici, con tredici brani ben confezionati in stile Echozone, non perdono il treno della musicalità nata nella proto-storia della wave elettronica, con gli immortali Depeche Mode.
Ne scaturisce buon disco, migliore quando si concede sprazzi di follia programmata - la drum-line ossessiva di “Thunder & Sun”, ad esempio - confezionando una buona manciata di tracce ideali per vedere il dancefloor con attraente malizia.
“So Lonely” è un classico brano che nasce in un accordo di tasti molto VNV Nation-style, così pure la splendida, quasi apocalittica “Tonight”, nel suo mood disperato, in crescendo sino alla melodia pop della voce. “Neonlicht” richiama il chiptune eighties e analogico della wave più pomposa (ricordate “Face To Face, Heart To Heart” dei Twins? Quella è la direzione di riferimento). E' però “Wie Im Traum” a segnare il solco: veloce, oscura quel tanto che basta a generare la giusta malinconia senza la quale la wave difficilmente riesce a esistere.
21/01/2017