Psychedelic Witchcraft

Black Magic Man (ristampa)

2016 (Taxi Driver Records)
psych-rock, alt-rock

Tra le innumerevoli propaggini della psichedelia d'oltre oceano - sia che si parli di quella texana degli antesignani 13th Floor Elevators o degli sperimentatori Red Crayola, della psichedelia classica californiana dei leggendari Jefferson Airplane, Grateful Dead o dei Doors - ve ne è stata una molto nascosta e sinceramente underground che nel giro di qualche anno si è fatta largo tra la diffidenza, per emergere e creare una propria rispettabile identità.
Il connubio tra rock psichedelico, folk-rock e la passione per l'esoterismo si realizza con "Witchcraft Destroys Minds & Reaps Souls" (1969), primo album dei Coven, ma si diffonde in ogni parte del mondo con i leggendari Black Widow, che restano forse il gruppo davvero emblematico di tutto il movimento grazie al loro indimenticabile "Sacrifice" (1970), con i Comus di "First Utterance" (1971), fino ad arrivare all'Italia con il pionieristico "In Cauda Semper Stat Venenum" degli Jacula. Altri invece uniscono alla passione esoterica un suono della chitarra molto più elettrico e distorto - parente stretto dell'hard-rock classico - come ad esempio i britannici Leaf Hound - Growers of Mushroom (1971) - e i ben più famosi Black Sabbath che riescono a portare al grande pubblico testi e sonorità ancora di nicchia. 

I fiorentini Psychedelic Witchcraft sono eredi dichiarati di questa tradizione. Il progetto nasce dalla mente della cantante "strega" Virginia Monti, sorta di alter ego italiana di Jinx Dawson. L'Ep che abbiamo di fronte è figlio del loro esordio datato 2015, che - visto il successo - viene ristampato con l'aggiunta di "The Dark Lord", cover di un brano del 1969 dei Sam Gopal, band in cui militava un giovane Lemmy Kilmister.
Cinque brani che mostrano una formazione dotata di un'ottima conoscenza del genere che vuole approfondire, con uno stretto legame profondamente anni Sessanta/Settanta. La band riesce comunque - sia per la voce granitica della cantante, sia per un'atmosfera lugubre ma mai davvero opprimente - pur in un contesto chiaramente vintage, a essere sempre se stessa, mai un semplice clone.

Il primo brano "Angela" ha una intro che ricorda da vicino la prima psichedelia dell'album "Balaklava" (1968) dei Pearls Before Swine per poi perdersi in avvincente ritmo psych-rock elettrico. I toni si fanno più morbidi con la successiva "Lying On Iron", mentre si torna a suoni più energici, quasi stoner, con la title track. "Slave Of Grief" chiude con un riff lento e compatto. Questa "stregoneria psichedelica" ci convince e ci fa ben sperare per il prossimo album della band fiorentina.

12/02/2016

Tracklist

  1. Angela
  2. Lying On Iron
  3. Black Magic Man
  4. Slave Of Grief
  5. The Dark Lord




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