Giunta al terzo capitolo discografico, la band dei Quilt continua a frequentare i lidi californiani con il suo folk-pop-rock in salsa psichedelica. Anna Fox Rochinski e Shane Butler rinnovano i voti ai Byrds e ai Moby Grape, inseguendo quella coesione e quella maturità espressiva finora non del tutto messe a fuoco.
Il precedente album “Held In Splendour” aveva messo d’accordo critica e pubblico, grazie a una serie di variegate canzoni in stile flower-power e ad arrangiamenti in parte ambiziosi. Con “Plaza” la band americana getta uno sguardo ai Beatles di “Revolver” attraverso un sound limpido e una produzione più matura e dettagliata. Anche la veste grafica è curata nei dettagli (vinile bianco, copertina apribile e in rilievo), quasi a sottolineare la volontà del gruppo di ampliare il suo pubblico.
Il sound solare dei Quilt è come un'oasi nel deserto del revival folk-psych, ricco com'è di toni e colori vivaci che rifuggono dal fervore mistico di molte band affini. Ma in “Plaza” il rigore eccessivo delle intuizioni melodiche non convince del tutto. Canzoni come “Searching For” faticano a trovare una ragion d’essere, costrette a dividere la loro forza melodica tra ritmi ossessivi e banalità liriche.
In verità le note iniziali di “Passersby” sono incoraggianti, il brano apre l’album con una deliziosa jam session pop che Anna Fox Rochinski interpreta con un mood ipnotico e sensuale, mentre la successiva “Roller” spinge l’acceleratore sul rock’n’roll con un ritmo sincopato e coinvolgente.
Quello che succede dopo è a volte imbarazzante: le canzoni non hanno corpo né anima, l’eccessiva cura estetica rende tutto troppo perfettino e la musica dei Quilt si perde nei meandri della prevedibilità e del già sentito, anche se l’effetto revival suona a volte gradevole (“Something There”) e non mancano episodi coraggiosi (la cavalcata folk di “Padova”).
Il lirismo dei brani è spesso stanco (“O’Connor’s Barn”), alcuni riff sono spudorati richiami al passato (“Hissing My Plea” cita "Taxman"), l’orchestra tenta di raffazzonare il tutto, ma finisce per sovrastare anche le voci, e resta ben poco della magia passata (“Eliot St.”).
Per i fan del gruppo “Plaza” suonerà come l’ennesimo trionfo, ma in un panorama sfaccettato e multiforme come quello attuale, il terzo album dei Quilt è solo un gradevole interludio creativo.
27/02/2016