Quarto album, il più meditato almeno a vedere la distanza temporale dal predecessore “Bitter Rivals” (2013) per il duo Krauss-Miller, veterani dell’underground di Brooklyn e ormai rilanciati a nome Sleigh Bells. E’ così che “Jessica Rabbit”, finalmente, suona quello con più rispetto per l’ascolto e l’ascoltatore. Ma è una certezza che rimane (fortunatamente) nell’ambiguità.
Così i soliti beat pulsanti e sincopati in coppia con le schitarrate truzze e gli strilli black del canto (“It’s Just Us Now”, o l’ancor più stridente “Throw Me Down The Stairs”) si permettono ora un cambio di tempo che, più in là, diventa anche caos titanico e fragile, un remix drum’n’bass di una romanza (“Crucible”), oppure un soul-pop femminile iniettato di tritolo Ac/Dc e immerso in un lattice a densità variabile (“Rule Number One”).
Di più, l’indole melodica sviluppata sottobanco negli anni è ora pienamente benvenuta, sia in un numero di portentoso r’n’b nevrotico (“Lightning Turns Sawdust Gold”) che in un numero ben più power-pop che electro-core (“I Can’t Stand You Anymore”).
Questo subliminale superamento dei loro standard emerge pure dagli stacchetti techno, forse gli unici momenti della carriera di profondità e libertà musicale, come la fantasia elettronica di “I Know Not To Count On You”, o il pieno delirio di “Loyal For”. Li seguono cyber-techno mitraglianti come “Unlimited Dark Paths” e “As If”, persino disgiunta, non-consequenziale, fino all’angelica, polifonica, quasi psichedelica “Hyper Dark”.
Manca il punk? Forse, ma talvolta possiede giunture a orologeria che ne fanno un’esperienza sfinente quasi degna del “Downward Spiral” di Reznor. Intercambiabile a piacimento con i dischi precedenti? Quasi sicuro, eppure un ascolto appena disinibito rivela - oltre alla loro proverbiale rozzezza - un’attenzione per l’assemblaggio, per la composizione verrebbe da dire. Autoprodotto via label personale, Torn Clean. Anche su nastro.
01/12/2016