The Scrap Dealers

After a Thousand Blows

2016 (Jaune Orange)
psych-rock, garage

Partendo da elementi costitutivi tutt’altro che originali, la band belga riesce in breve tempo a costruire un’estetica sonora convinta e convincente, capace di mettere insieme le oscurità della psichedelia più asfissiante con l’asprezza del garage, tendenzialmente seguendo gli stessi passi di band come The Black Cult, usciti anche loro quest’anno, ma con album di tutt’altra fattura, o Jacuzzi Boys, cui anche lo stile vocale sembra avvicinarsi, o ancora Thee Oh Sees, pur se con una componente british e shoegaze molto più marcata e con prerogative comunque diverse.

Partendo da queste premesse, le sei tracce di “After A Thousand Blows” prendono una strada di difficile catalogazione, suggerendo talvolta l’emergere dell’animo più pop e volto al gradimento immediato, all’orecchiabilità, ma subito dopo ricacciandosi in una vocalità ai limiti della cacofonia e in scabrezze strumentali non eccessive ma comunque atte a sradicare ogni sorta di catalogazione in tal senso.
Per rendere l’idea, provate a immaginare una band legata al garage-punk più aspro che voglia sperimentare suoni psichedelici strizzando l’occhio a un più ampio pubblico con ritornelli e melodie accattivanti in stile Beat Happening. O ancora, pensate ai già citati Jacuzzi Boys ma gonfiateli di droga. Probabilmente sarete ancora lontani ma in fondo questo disco è molto più semplice di quanto possa sembrare, pur se interessante sotto ogni aspetto.

Un modo tutt’altro che scontato di rileggere il passato, una rinascita dello psych-garage che sembra trovare sempre più adepti dall’America all’Europa ma che probabilmente ha ancora troppa paura di svegliare i vicini per iniziare davvero a fare della sana paura.

23/03/2016

Tracklist

  1. Walking Alone
  2. I'll Never Be Like You
  3. She Doesn't Wanna Leave Your Mind
  4. Keep My Silence Safe
  5. That's What We Call Love
  6. I Lost My Faith


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