Ancora un tentativo per il duo transcontinentale Almost Charlie, l’arrangiatore tedesco Dick Homuth e il paroliere statunitense Charlie Manson: “A Different Kind Of Here” - seguito di “Tomorrow’s Yesterday” (2012) - ad oggi il loro album col maggior scarto di tempo e la maggior lavorazione.
E’ un altro piccolo canzoniere folk-pop che importa altri piacevoli stereotipi: la ballata sfumata di Elliott Smith (“Shadow Boy”), la filastrocca alla Robyn Hitchcock con tutta una compostezza classicheggiante (“Defective”, “Ambivalent”, le quasi country-pop “Gold” e “Waiting”), una verve danzante in pieno stile Belle And Sebastian (“The Sadness Of The Snow That Falls In May”).
A stagliarsi, per azzardo, sono il passo macabro di “Robot” e soprattutto “The Loliness Of Shark”, l’unica a manifestare un minimo di grandeur psichedelica. E solo alla conclusione, la dedica amorosa di “I’ll Still Be Missing You”, spetta l’unico momento di chitarra distorta.
Dopo tre dischi lunghi e più di un decennio di attività, finalmente Homuth fa quadrare preziosismo da camera, beatlesismo tarda maniera e patetismo innocente, anche nell’organizzare a puntino le poesiole sempliciotte eppure non così banali del compare, non dimenticandosi la spontaneità. Il cocktail sa anche di tappo, ma le melodie, tanto leggere quanto pensose (miglior esempio: una title track che negli accordi riecheggia la “Lamia” dei Genesis), crescono benino con gli ascolti.
12/02/2018