Arca

Arca

2017 (Xl)
post-dubstep
5.5

Alejandro Ghersi, in arte Arca, ha iniziato una nuova fase artistica. La prima, in qualche modo culminata con "Mutant" (2015) e il mixtape sperimentale "Entrañas" (2016), era dedicata interamente al suono del producer. La presente, varata da "Arca", inizia a ospitare anche l'animo dell'artista. Principale mezzo di espressione diventa allora, dopo ormai un lustro dalla fondazione del progetto, la sua voce.

Ciò che ne risulta è una forma di song ripiegata su se stessa, spesso distante anni luce dai club e anzi ben piantata in una landa plumbea, purgatoriale. Così è per il canto di contraltista sospeso tra fischi nel vuoto di "Piel", l'aria eterea, traviata di "Sin Rumbo", una "Coraje" che sembra a tratti avvicinarsi al melisma di Annette Peacock. Il procedimento si spinge fino al rischio d'essere inconcludente, in bozzetti irrisolti, ridotti a puri brividi di vertigini, cantati ai limiti delle possibilità ("Miel", "Fugaces").

Dall'altro lato, Ghersi non riesce a evitare l'effetto stereotipico Yorke-Bjork. "Anoche" fallisce l'obiettivo lirico accontentandosi di un remix digitale di un cantico cubano. Affascinante sulle prime, "Reverie" è in realtà una disordinata creazione cubista. "Desafio" si butta - senza remore, ma con levità - sul versante del nuovo synth-pop guidato dall'analoga transizione di M83 di "Hurry Up".
Nemmeno i momenti strumentali - a parte "Sanuter", curiosa versione appena più turbolenta degli Art Of Noise - riescono a compensare cotanta arroganza. L'orologeria drum'n'bass di "Castration" e il ritmo contagioso con piano charleston di "Urchin" servono di certo a confermare lo sgombero dal caos, ma non sono tra le sue migliori dimostrazioni d'abilità.

Tanto coerente nella melanconia, pervasiva e veracemente acuta, quanto confuso nei modi di espressione, è il disco di Ghersi che tutto acchiappa, fin dal titolo. Poca fascinazione per il rumore e troppa per lo stile, appiattito su un'atmosfera contrita che fa rimpiangere il primo James Blake e che nondimeno drena fantasia e impiega troppo nella lamentazione, si riabilita nella classe levigata, l'eleganza androgina e il suo ormai classico immaginario sovra-musicale alieno (ma in realtà ora molto più umano) che, qui, conta quasi più della sostanza. Lo testimoniano i clip rilasciati a mo' di singoli con pause strategiche su YouTube che ne hanno anticipato l'uscita: "Sin Rumbo" che data persino 2016, "Piel", "Desafio", "Reverie", "Anoche".

18/04/2017

Tracklist

  1. Piel
  2. Anoche
  3. Saunter
  4. Urchin
  5. Reverie
  6. Castration
  7. Sin Rumbo
  8. Coraje
  9. Whip
  10. Desafio
  11. Fugaces
  12. Miel
  13. Child

Arca sul web