Arve Henriksen

Towards Language

2017 (Rune Grammofon)
post-jazz

È ben noto il ruolo centrale che l'etichetta ECM svolge – ormai da decenni – nella definizione di un sound che sfuma i confini tra jazz e musica classica, ambient, sacra e world. Ma pur avendo figurato in più occasioni nella cerchia di Manfred Eicher, il trombettista norvegese Arve Henriksen ha sempre nutrito soprattutto il catalogo della connazionale Rune Grammofon, come solista e con i numerosi “capitoli” del collettivo impro Supersilent.

Nella formazione con i rodati collaboratori Eivind Aarset (chitarra), Jan Bang (sampler) e Erik Honoré (sintetizzatore), Henriksen costruisce atmosfere lievi ma non "leggere", adombrate da un velo di malinconia plasmato con tecniche inusuali.
Henriksen addolcisce all'inverosimile il suono squillante dell'ottone rimuovendone il bocchino, tale da farlo sembrare un flauto senza riverbero; nella title track esso diventa invece un filtro per vocalizzi sibilanti e sofferti. Nel fraseggio di "Hibernal" pare di sentire lo standard gershwiniano "Summertime" come fosse stato messo sottovetro, mentre la traccia più lunga della scaletta, "Vivification", è per metà un'esplorazione a tentoni nel buio che infine si risolve in una distensione da limbo tantrico alla Popol Vuh.
A mo' di epilogo, "Paridae" riprende il canto tradizionale in lingua Kven "Ei Ole Minulla", che con la voce di Anna Maria Friman fa rivivere per un breve istante l'idillio sacrale dell'”Officium” di Jan Garbarek con l'Hilliard Ensemble.

Quello di Henriksen è il suono dell’avanguardia jazz più delicata che possiate immaginare: un sospiro che si rivela carico di compassione e arrendevolezza, un linguaggio, in effetti, che non si conquista con le parole ma va perseguito unicamente con la più sincera purezza d’animo.

28/06/2017

Tracklist

  1. Patient Zero
  2. Groundswell
  3. Towards Language
  4. Demarcation Line
  5. Transitory
  6. Hibernal
  7. Realign
  8. Vivification
  9. Paridae

Arve Henriksen sul web