Astrolabio

I paralumi della ragione

2017 (Andromeda Relix)
progressive, hard-prog

Il progetto Astrolabio nasce nel 2009 a Verona sulle ceneri degli Elettrosmog. Nell'aprile del 2014 la band esordisce ufficialmente con il primo album "L'isolamento dei numeri pari" e inizia così a farsi strada nel variegato mondo del rock progressivo, partecipando a numerosi festival accanto a nomi prestigiosi come la Locanda delle Fate e gli Osanna. Nonostante la fedeltà agli stilemi del genere, la band definisce la propria proposta musicale con l'etichetta di "rock degressivo italiano", volendo mettere l'accento sulla loro componente ironica; questa forma di humour sociale pervade già il titolo e l'immagine di copertina, che ripropone in chiave fumettistica "Il Congresso di Vienna" dipinto da Jean-Baptiste Isabey, sul quale vengono inseriti personaggi come Robert Fripp, Frida Kahlo, Charlie Brown e molti altri. L'elemento satirico non si ferma però alla mera estetica e si insinua soprattutto nei testi del disco, che invitano l'ascoltatore ad andare oltre le apparenze e le verità ufficiali della televisione. Dal punto di vista prettamente strumentale, la band dichiara invece assoluta fedeltà alla tradizione e, in particolare, alla stagione classica del progressive nei suoi connotati più hard-rock (Il Rovescio della Medaglia, Jumbo, Garybaldi) grazie al dominio del basso e della chitarra elettrica.

Gli Astrolabio - composti da Michele Antonelli (voce, chitarra, flauto traverso), Paolo Iemmi (voce, basso), Alessandro Pontone (batteria) e Massimo Babbi (tastiere) - mischiano così l'ironia politicizzata del Rock In Opposition con i canoni del progressive storico, coniugandoli in un concept-album senza dubbio molto eclettico e ben strutturato. Il disco inizia nel mondo onirico del protagonista tramite l'acustica "Dormiveglia #1 (Black)", ma il risveglio diviene presto una presa di coscienza amara e minacciosa nel "Nuovo evo", tra riff al vetriolo e taglienti declamazioni ("niente di personale/ ma qualcosa dovrà cambiare/ nulla da dichiarare/ riguardo al porno elettorale/ solo nuovi porci da candidare").

Se la prima parte di "Una cosa" è scandita con dolcezza da flauto, tastiere e voce, vi è successivamente una forte esplosione strumentale che culmina nell'egemonia del sintetizzatore nella parte finale. Segue la satirica "Pubblico impiego", che si dipana anch'essa tra accelerazioni funk-prog e battute d'arresto, sulle quali spicca un piacevole flauto. Le disincantate "Arte(fatto)" e "Otto oche ottuse" ci trascinano poi verso il pezzo più lungo del novero (oltre dieci minuti) intitolato "La casa di Davide"; il tema è quello della questione palestinese ("avamposto finanziario nella terra del petrolio"): se non fosse già chiaro dal titolo e dal testo, la voce che recita Mahmoud Darwish in arabo all'inizio del brano non può che confermarlo, riportando anche alla mente gli Area di "Luglio, agosto, settembre (Nero)". In un brano soprendente per numero di cambi di ritmo e tonalità, si distinguono ancora una volta gli assoli del basso di Paolo Iemmi e la chitarra veemente di Michele Antonelli, che nel suo rabbioso delirio accenna persino al ritornello di "Black Night" dei Deep Purple.

Dopo i raffinati intrecci strumentali di "Sui muri", l'album si conclude con la ripresa di "Dormiveglia #1 (Black)" che diventa "Dormiveglia #2 (Bird)" per il finale, citando così i Beatles di "Blackbird": proprio la loro metafora del "merlo", che nella notte "impara a vedere", potrebbe essere la chiave per comprendere il messaggio degli Astrolabio e del loro album, con il quale provano a togliere i "paralumi della ragione" della società al fine di riscoprire la luce in quest'epoca sempre più buia e corrotta.

04/04/2017

Tracklist

  1. Dormiveglia #1 (Black)
  2. Nuovo evo
  3. Una cosa
  4. Pubblico impiego
  5. Arte(fatto)
  6. Otto oche ottuse
  7. La casa di Davide
  8. Sui muri
  9. Dormiveglia #2 (Bird)

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