Ben Frost

The Centre Cannot Hold

2017 (Mute Records)
elettronica, noise

Preceduto di soli due mesi dall'Ep "Threshold Of Faith", che sapeva fin da lontano di crisi di idee, il quinto album del giovane musicista australiano - "The Centre Cannot Hold" - nasce con auspici non proprio rosei. Ben Frost è stato indubbiamente uno dei più interessanti e innovativi tra i giovani musicisti della nuova generazione dell'elettronica di ricerca contemporanea, insieme ai mostri sacri Tim Hecker, Lawrence English, Rafael Anton Irisarri, Fennesz, Stephan Mathieu, Loscil ecc.. I suoi primi album hanno certamente fatto entusiasmare gli appassionati del genere fin dal lontano trip cosmico di "Steel Wound" (2003) e ai tetri capolavori "Theory Of Machines" (2007) e "By The Throat" (2009). Dopo il poco entusiasmante "AURORA" (2014), sembra che la carriera solista di Ben Frost si stia contorcendo su se stessa in un poco fruttuoso tentativo di cercare continuamente il colpo a effetto, il caos noise senza costrutto.

"The Centre Cannot Hold" prosegue su quelli che erano stati considerati i difetti di "AURORA", quell'elettronica satura di effetti pomposi che non sembrano comunicare nulla se non la presenza di suoni sempre fine a se stessi, caotici e freddi, senza alcun margine di comunicatività. Frost ci presenta l'album parlando di "saturazione cromatica" o di "tentativi di tradurre in musica uno spettro di cromatismi blu profondo", scegliendo il blu come colore base da cui partire. Ma dietro queste belle parole non sembrano esserci sviluppi significativi; il blu, da sempre il colore della malinconia, qui diventa il colore della confusione e della mancanza di un progetto chiaro.

Detto questo, si deve anche sottolineare quanto di buono c'è in questo lavoro; in particolare "Ionia", con un sound chiaramente in stile Boards Of Canada, è tra gli esperimenti più significativi, passando da momenti introspettivi ad altri più ariosi. "A Sharp Blow In Passing" vive di continui contrasti che giungono a un finale ipnotico e inatteso.
Il brano-cardine è senza dubbio "Threshold Of Faith", accompagnato da un bel video che sottolinea la volontà di Frost di approfondire il binomio musica-cromatismo; sei minuti di nevrosi pura, distorsioni senza tregua, saturazione sonora che lambisce il confine pericoloso che passa tra l'arte e l'eccesso ingiustificato. Nonostante il limite sia lì a un passo, il tutto funziona ed è anche originale se paragonato al resto.

Altrove si hanno maggiori difficoltà a trovare qualcosa di significativo; dai synth saturi di rabbia di "Entropy In Blue" al baillamme di rumori di "Trauma Theory", dal lungo drone di "Healthcare" al turbinio di "Eurydice's Heel" che ha almeno un clone ("All That You Love Will Be Eviscerated"), ci si perde in una strada che non sembra avere sbocchi chiari. Proprio quelli che Frost sembra non trovare negli ultimi anni, in una continua ricerca dell'effetto a sorpresa, della distorsione più dura. Le potenzialità sono sempre enormi, i suoi primi tre fantastici album e alcune recenti colonne sonore (quella della serie tv "Fortitude") ce lo dimostrano chiaramente; staremo a vedere nel prossimo futuro.

04/10/2017

Tracklist

  1. Threshold Of Faith
  2. A Sharp Blow In Passing
  3. Trauma Theory
  4. A Single Hellfire Missile Costs $100,000 USD
  5. Eurydice's Heel
  6. Meg Ryan Eyez
  7. Ionia
  8. Healthcare
  9. All That You Love Will Be Eviscerated
  10. Entropy In Blue


Ben Frost sul web