Così come quel “Buckingham Nicks” (1973) apriva le porte alla seconda, celeberrima e fortunatissima carriera dei Fleetwood Mac, capeggiata proprio dalle due personalità descritte da quel titolo, allo stesso modo un nuovo album dal titolo analogo, “Lindsey Buckingham/Christine McVie”, in un certo senso cerca di appore un primo paletto conclusivo alla saga. E’ un lavoro inessenziale, ma elegante e nient’affatto capzioso.
Da una parte Buckingham continua imperterrito a sciorinare bubblegum come “Sleeping Around The Corner” e “Lay Down For Free” che poggiano quasi per intero sul suo mestiere di mastro melodico, fino ad approdare alle nuove, ennesime riproposizioni di “Dreams”: “In My World” e l’autoreferenziale, velenosetta “On With The Show”.
Dall’altra McVie, forse la più raffinata compositrice del complesso originario, via “Feel About You” (con silofono), la ballatina-saltarello “Love Is Here To Stay”, “Carnival Begin” (con sitar e ambience orientale a mimare la “Forbidden Colours” di Sakamoto) e l’ancor più retrò “Red Sun”, un folk-pop degno della West Coast, fa un estremo ricorso alla sua solita arte di forgiare la muzak (che qui non evita di appesantirsi di prurigini sentimentali e cottarelle da sedicenne) a invocazione.
A quarant’anni da “Rumours” (1977) un disco anzitutto ben strutturato, con tanto di baricentro - un blues strascicato quasi alla ZZ Top, “Too Far Gone” - scritto a quattro mani, a cantabilità garantita (pur con la data di scadenza in evidenza) e ben amalgamato tra i due, tanto da non sembrare nemmeno un disco collaborativo. E di fatto non lo è: come ai vecchi tempi, John McVie e Mick Fleetwood alla sezione ritmica. Si perdonano, e no, l’assenza di Stevie Nicks (ha abdicato poco prima di entrare in gioco, e per ironia proprio quando la McVie s’è decisa a rientrare), ma soprattutto una produzione che dà più sul robotico che sul fluido, e peggio di tutto, l’elettrica di Buckingham tenuta a briglia corta (la si sente per bene solo nell’ultimissimo minuto di orologio). Seppur mai chitarrista particolarmente dotato, riusciva però a controbilanciare gli eccessi di saccarosio con un buon carico d’acidità. Qui la cosa si avverte. Quattro singoli, e discreto ritorno al successo di vendite.
12/09/2017