François Ribac & Eva Schwabe

Into The Green

2017 (Gazul/Musea)
art-rock

In trent’anni di attività discografica, il compositore e bassista François Ribac si è sempre contraddistinto per la costante interazione fra teatro, televisione e danza; un’attitudine coltivata con anni di studi durante i quali il musicista francese ha incrociato il jazz, il rock sperimentale fino alla contaminazione pop. Già l’esordio, “Musique Pour La Scéne”, ne anticipava l’originalità espressiva, con una singolare versione di un brano di Charles Mingus (“Auto-Portrait En Trois Couleurs”). L’incontro tra la musica classica e il rock in opposition ha poi delimitato lo stile di François Ribac: un vero antagonista dei canoni classici, interessato alla funzione culturale dell’espressività musicale, in questo coadiuvato da Eva Schwabe, attrice e cantante incrociata durante un festival teatrale nel 1990 a Metz, e da allora fedele complice delle multiforme escursioni sonore.

“Into The Green” consolida intorno alla figura del musicista francese una schiera di amici dal pregevole curriculum, fedeli complici dell’avventuroso viaggio ai confini del pop-rock d’autore. La presenza di Cathal Coughlan (Microdisney, The Fatima Mansions), Martin Newell (Cleaners From Venus), Jérôme Didelot (Orwell) e Dave Gregory (Xtc, Big Big Train) è infatti elemento formante delle sofisticate e raffinate composizioni di Ribac e Schwabe. Molte tracce sono parte di un'opera teatrale incentrata sul rapporto tra musica e natura, “Le Petit  Traité Pop Du Jardin Botanique” (2004), che i due artisti hanno rappresentato per molti anni nei teatri francesi, altre provengono da un’altra opera, “La Noce Des Platines”, dedicata alla tecnologia nel campo della registrazione, partendo dal grammofono fino alle moderne incisioni digitali.

La materia organica di “Into The Green” è molto complessa e articolata, difficile da inquadrare in uno stile ben definito, molte tracce, essendo funzionali alla rappresentazione teatrale, mescolano Kurt Weil e la pop-opera alla Webber/Rice (“Weeds”), pur esibendo particolari soluzioni strumentali, come  la furia rock di “L 1755“ e l’intimismo quasi recitato di “Theatersong”. Il resto dell’album scorre su binari molto affini a quel pop colto dal tono surreale e vicino all’espressionismo tedesco che autori come Peter Blegvad o John Greaves hanno trascinato tra le maglie del progressive-rock inglese. Mentre brani come “Arpeggios”, “To The Fade”, “The Life And Death Of A Plant Hunter” e “Just Before” indugiano su sonorità crepuscolari, le più robuste “A Perfect Day”, “Greencore” e “Hl” mettono in gioco una moltitudine di elementi sonori che vanno dal jazz-rock canterburiano al prog e a certe inflessioni new wave, qui fortemente evocate anche dalla voce dell’ex-Microdisney, Cathal Coughlan”.

E’ altresì evidente perché Ribac abbia fortemente voluto la presenza di Dave Gregory, soprattutto quando arriva la deliziosa sequenza “Petit Traité Pop Du Jardin Botanique/ On The Ecchoing Green”- “Petit Traité Pop Du Jardin Botanique/ All Around The Garden”, due brani ricchi di delicatezze elettroacustiche e continui cambi armonici, la cui imprevedibilità e intensità rimandano agli Xtc e anche ai Monochrome Set.
In definitiva, “Into The Green” è un progetto alquanto atipico nel panorama musicale contemporaneo: François Ribac e Eva Schwabe non hanno inseguito mai la fama o il successo, questo ha permesso ai due musicisti di preservare un’integrità artistica che merita comunque maggior rispetto e dedizione di quella ricevuta fino ad ora, forse proprio partendo da questo piccolo e imprevisto gioiellino art-rock.

01/03/2018

Tracklist

  1. L 1755 
  2. The Life And Death Of A Plant Hunter 
  3. Blues Texan 
  4. A Perfect Day / Prologue
  5. Theatersong 
  6. Greencore 
  7. Petit Traité Pop Du Jardin Botanique / On The Ecchoing Green 
  8. Petit Traité Pop Du Jardin Botanique / All Around The Garden 
  9. Versteck 
  10. Cavalcade 
  11. Weeds
  12. Hl 
  13. A Perfect Day 
  14. Tulipomania 
  15. Just Before 
  16. Arpeggios
  17. To The Fade
  18. Nova Atlantis


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