Full Moon Fiasco

Succede di andare a un concerto degli A Place To Bury Strangers e vedersi rifilato al banchetto il vinile di una formazione mai udita prima, succede che messo il disco sul piatto il giorno successivo si resti colpiti da un trip psichedelico che va a posizionarsi da qualche parte fra i Brian Jonestown Massacre più lucidi e i parenti prossimi Warlocks.
Le poche notizie rintracciabili sul web ci mostrano un quartetto dalle faccine pulite: due ragazze e due ragazzi dai nomi anglosassoni e dal vestiario acquistato presumibilmente presso qualche mercatino hippie, alla ricerca di vecchi aromi mai sopiti.

In realtà i Full Moon Fiasco arrivano da Wellington, Nuova Zelanda, da qualche tempo sono di stanza in Europa, a Berlino, e “Summer Eyes” è la loro seconda prova, perfettamente in linea con i rigurgiti sixties-psych degli ultimi anni, a quanto pare parecchio in voga anche nel Nuovissimo Continente, visto il successo su scala planetaria riscosso da Kevin Parker con i Tame Impala.

Dai raga lisergici di “Sun Set Strip” e “Plantation”, passando attraverso le influenze pseudo indiane di “Diamond Dancer” e “Water Sign” e il beat di “Queen Of Hearts” e “Favourite Songs”, “Summer Eyes” si dimostra un riuscito viaggio/omaggio, neppure troppo attualizzato, verso certe atmosfere che continuano a non perdere nulla del proprio fascino, neppure presso le nuove generazioni.
Sul come poi uno di loro si ritrovi dietro al banchetto dei Bury Strangers e non sul palco ad aprirne i concerti, beh, sto continuando a chiedermelo…

15/11/2017