Garbo

A Berlino... va bene / Scortati (ristampe)

2017 (Universal)
new wave, elettropop

Il triennio '78-'80 fu un periodo cruciale per la storia dell'Italia a sette note. Una fase di transizione in cui il testimone delle vicende musicali nostrane passò dalla gloriosa generazione progressive e cantautorale italiana a una nuova leva di autori destinati a disegnare le coordinate stilistiche di quegli "anniottanta" che ancora oggi - all'indomani di una prolungata fase di ostinata svalutazione, e comunque da un ventennio buono - sono oggetto di culto e celebrazione.

A differenza che in altri paesi, dalle nostre parti si assistette a un fenomeno tanto evidente quanto curioso: alcuni dei protagonisti della scena musicale che stava tramontando furono anche fra i primi a fiutare il vento e a farsi testimoni delle nuove istanze. E così, se è vero che il 1978 fu l'anno di debutti quali "Suicidio" di Faust'o e "Punk" dei Decibel - che avevano tuttavia alle spalle personaggi navigati quali, rispettivamente, Alberto Radius e Shel Shapiro - alcune figure autorevoli della stagione precedente si muovevano in prima fila verso i nuovi sentieri.
Già nel 1979 il "SuperIvan" Cattaneo si presentava ai blocchi di partenza con tutta la Pfm al seguito a sciorinare il suo pop elettronico, Maurizio Arcieri - sex symbol del beat nostrano - bissava con "Hibernation" dei suoi Chrisma il clamoroso esperimento di rock sintetico di "Chinese Restaurant" (che, udite, fece capolino per un discreto periodo nelle classifiche di vendita del 1978), ma soprattutto Franco Battiato, artista dai trascorsi imprendibili fra canzonette sixties e avanguardia colta nei 70, con "L'Era del Cinghiale Bianco" (e senza che molti, lì per lì, se ne accorgessero), ridisegnava i confini della nostra canzone pop.
Come si può intuire, vi era già abbastanza fermento da convincere i discografici nostrani a mettersi alla ricerca di volti nuovi, che potessero mettere la loro sensibilità underground sulle frequenze di un pubblico più ampio.

E fu così che la nave veleggiante a zig-zag fra le onde (waves!) dei nostri mari trovò infine un suo centro di gravità permanente nel 1981, l'anno de "La voce del padrone" che, con il suo milione e passa di copie vendute, fu la prova che una certa élite era ormai divenuta materia popolare.
"La voce del padrone" usciva per l'etichetta Emi il 21 settembre 1981, stessa etichetta e stessa data di "A Berlino... va bene", opera prima del ventitreenne Renato Abate, in arte Garbo, la cui trafila artistica è paradigmatica di quel particolare momento storico: un ragazzo che da qualche anno suona la sua musica "strana" in uno scantinato, e i cui demo finiscono sulla scrivania del discografico giusto. Nel momento giusto. L'album fu lungi dal diventare il colossale successo di massa del suo gemello di nascita, e del resto era l'espressione di un percorso in gran parte differente, che rimandava semmai a un'estetica mitteleuropea e anglofona che, interpretata nella nostra lingua, era al massimo emersa nel trittico di Faust'o "Suicidio", "Poco zucchero" e "J'accuse... amore mio", pubblicato dalla Ascolto di Caterina Caselli che, per quanto "protetta" dalla Cgd, era pur sempre un'etichetta che oggi definiremmo indipendente.

Ed è precisamente con "A Berlino... va bene" che un volto nuovo della new wave italiana esce dalle retrovie per finire (anche) sulle pagine dei rotocalchi, e nei programmi televisivi della Rai, e in seguito a Sanremo, in una sorta di sdoganamento che comunque il suo protagonista mostrerà sempre di saper controllare senza troppi compromessi. L'album mette sul piatto un'audacia compositiva apprezzabile non solo nel celebre brano omonimo, ma anche nella scelta di utilizzare l'italiano come lingua prevalente ma non esclusiva, come mezzo e crocevia per esprimere le inclinazioni della "vecchia Europa", ad esempio coi nervosi anglo-francesismi di "C'est la vie", con la profetica malinconia di "On The Radio" e la decadenza sperimentale in chiave teutonica di "Lili Marlene" e "Mekong" (la prima verrà, non a caso, recuperata anche dai Matia Bazar nella sorprendente metamorfosi wave di "Berlino, Parigi, Londra" del 1982).
Per gli amanti del vinile, questa ristampa è anche la prima, e forse ultima, occasione per recuperare su questo formato un lavoro che era rimasto nei cassetti della Emi per trentasei anni, essendo stato ristampato solo su cd tredici anni orsono, per quanto non arricchito delle gustose bonus track che troverete qui (e nel 33 giri), e che certificano lo stato dell'arte di Renato negli anni precedenti al debutto sulle scene.

Quello che nel 1981 era un buon compendio di brillanti intuizioni, nel 1982, con l'uscita di "Scortati", diventa uno dei manifesti programmatici del pop elettronico italiano per le stagioni a venire. Anche in questo caso, la ristampa è la prima riproposizione in vinile dai tempi della sua uscita, nonché la prima occasione d'ascolto degli immancabili outtake anche in formato compact disc.
"E ci accompagnano la vita su di un filo teso fra quello che era ieri e quello che sarà domani", oltre che l'incipit del disco, è la summa di un modo di fare musica che compie il piccolo miracolo di far coesistere il turbato esistenzialismo e la fruibilità radiofonica, il juke-box e le nebbie padane, diventando davvero quel filo teso che verrà subito raccolto dai Matia Bazar di "Tango" e , diversi anni dopo, dalla nuova onda elettrica che, con Subsonica e Bluvertigo, si è riappropriata delle classifiche nella seconda metà degli anni 90. Ma pure, più recentemente, da Francesco Bianconi e dai suoi Baustelle.
"Scortati" isola le vibrazioni metropolitane per renderle materia pop, sciorinando un lessico musicale per immagini che, da qui in avanti, diventerà qualcosa con cui fare i conti. Canzoni come "Vorrei regnare" e "Generazione", coi loro testi sospesi che lasciano sempre l'ultima parola all'ascoltatore, esprimono con modernità dei nuovi romanticismi che non prestano il fianco alla retorica, rappresentando così un'incruenta rottura con la nostra tradizione musicale. A distanza di tre decenni e più, la carriera artistica di Garbo prosegue tuttora senza incertezze, con uscite recenti di inusitata freschezza e attualità, ed è anche per questo motivo che queste ristampe giungono quantomai opportune, anzi necessarie per riscoprire, o scoprire, le gesta di un passato che - per molti versi - è ancora futuro.

21/10/2017

Tracklist

A BERLINO... VA BENE (1981)

Cd 1

  1. A Berlino... va bene
  2. C'est la vie
  3. Futuro
  4. In questo cielo a novembre
  5. Dans une nuit ainsi
  6. On the Radio
  7. A Milano... va bene
  8. Anche con te... va bene
  9. Lili Marlene
  10. Mekong

Cd 2

  1. A Berlino che giorno è? (demo)
  2. A Milano va bene (demo)
  3. Futuro (demo)
  4. Mekong (demo)
  5. On the Radio (base musicale originale)
  6. A Milano va bene (base musicale originale)
  7. C'est la vie (base musicale originale)

SCORTATI (1982)

Cd 1

  1. Scortati
  2. Generazione
  3. Moderni
  4. Al tuo fianco
  5. Vorrei regnare
  6. Terre bianche
  7. Dance citadine
  8. Frontiere
  9. Aufwiedersehen

Cd 2

  1. Quanti anni hai? (demo)
  2. Ho colto un fiore (demo)
  3. Alaska (demo)
  4. Stella nera (demo)
  5. Generazione (base musicale originale)
  6. Vorrei regnare (base musicale originale)
  7. Frontiere (base musicale originale)


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