HaLo

Green

2017 (Halo inc)
folk, chamber-pop

Giallo (“Yellow”), blu (“Blue”) e infine verde (“Green”): piccoli diari scomposti nei quali da sedici anni Ayako Halo raccoglie istantanee sonore dalle infinite sfumature, piccoli racconti sui mutamenti emotivi generati dall’undici settembre e dall’incertezza del futuro. Con “Green” la cantante e fotografa giapponese completa la trilogia della riflessione sugli stili di vita scaturiti dal frenetico consumismo e dalla conseguente alienazione sociale: il colore verde è sinonimo non solo di speranza, ma anche di rispetto per l’ambiente – scelta non solo ideologica ma reale, avendo l’artista abbandonato da anni la città per la campagna.

Il “Green” del titolo non si riduce a una semplice combinazione dei due capitoli che lo hanno preceduto (con il giallo e il blu si ottiene infatti il verde), le illimitate sfumature di colore fanno da sfondo alla molteplici diversità culturali provenienti dalla collaborazione di artisti internazionali, qui invitati a esprimersi in piena libertà, rispettando un cerimoniale che vede al centro della musica il rapporto dell’uomo con la natura.
Il nuovo progetto di HaLo più che un album è un distillato di essenze sonore, di fragilità acustiche e scampoli nobili di new age, i quali sigillano con naturale candore suggestioni etniche che incrociandosi danno vita a un raffinato chamber-folk.

“Green” intercetta fragilità poetiche diverse, incastonandole in un puzzle raffinato e liricamente intenso. Accade così che la fisarmonica di Maria Kalaniemi accarezzi le note orientaleggianti di “やさしい光  (Sweet Halo)” per poi sottolineare con maestria una delle pagine più romantiche e crepuscolari dell’album “Snowfall In Uchina 沖縄に降る雪”; allo stesso modo l’oboe di Kate St John mette in risalto il delicato chamber-folk di “春のような (Something Like Spring)”.
È importante sottolineare che le registrazioni dell'album coprono un arco di tempo molto lungo, condiviso in parte con gli altri due capitoli succitati. Questo serve per chiarire la presenza di artisti come Louis Philippe, da tempo lontano dalle scene, o del compianto John Renbourn, protagonista di un meraviglioso duetto chitarra e voce (“Woman Grows In Me”) la cui intensità poetica giustificherebbe da solo l’ascolto di questo eccellente album. 

Sono innumerevoli le perle di questo incantevole progetto: si va dalla raffinata saudade appena violata da un leggero noise di “Fall In Love”, che vede la presenza di Arto Lindsay e la scrittura di Kate St John, per poi proseguire con una versione molto elegante di “In My Life” dei Beatles che si avvale del prezioso arrangiamento di Louis Philippe, quest’ultimo protagonista anche della mini-sinfonia pop di “心を空にしたいi (Clear My Mind)” che vede coinvolti Alan Stivell e il Covent Garden String Ensemble.
Vera protagonista di questo viaggio musicale multietnico è la cultura popolare e tradizionale. Non a caso un altro dei momenti più intensi di “Green” è la particolare versione di un classico della musica folk bretone, “Greenslevees”, che dalle primigenie nuance acustiche si sposta verso suggestioni orientali che accolgono una sezione fiati dai toni solenni, suggellando una delle pagine più originali dell’album.

L’unica nota negativa di questo nuovo gioiellino dell’artista giapponese è la sua difficile reperibilità (problema che diventa ancora più complesso nel caso vogliate recuperare i due precedenti capitoli), ma qualsiasi sforzo sarà ampiamente ricompensato dall’unicità della musica dell’artista giapponese che con “Green” mette a segno un album che trascende per qualità e ricerca qualsiasi logica temporale e commerciale.

12/02/2018

Tracklist

  1. 春のような (Something Like Spring)
  2. やさしい光 green version (Sweet Halo)
  3. キラキラ (Twinkling)
  4. Fall in Love
  5. Snowfall in Uchina (沖縄に降る雪)
  6. In My Life(イン・マイ・ライフ)
  7. 夢の瞬間 (A Moment to Dream)
  8. 心を空にしたいi (Clear My Mind) 
  9. Greensleeves(グリーンスリーブス) 
  10. Woman Grows in Me
  11. 南の空 (The Southern Skies)

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