Lawrence English

Cruel Optimism

2017 (Room40)
drone, dark-ambient

Da quando l'ottimismo ha assunto, paradossalmente, una valenza negativa? E come è potuto succedere? È evidente che, secondo alcuni, le condizioni della società a livello globale sono così disperate da non lasciar spazio alle belle speranze, senza che queste finiscano per avere risvolti grotteschi. Una linea di pensiero che si riflette nell'abisso nichilista di Thomas Ligotti, che nel suo saggio più radicale attaccava qualunque sovrastruttura sociale, economica, politica e religiosa, definendole come un'illusione malignamente perpetrata ai danni dell'umanità, ignara della Fine rovinosa che l'attende.
Nel mezzo di un caos politico ancora in fieri, la deriva pessimistica della nostra epoca ha infine raggiunto il suo tragicomico apogeo con l’ascesa al potere di Donald Trump, baluardo di uno scellerato abuso di potere facente leva sul terrore e lo smarrimento di una società allo sbaraglio, di fatto la peggior nemica di se stessa.

In quanto artista di concetto, oltre che colto filosofo del suono, Lawrence English ha sentito gravare su di sé il peso di una responsabilità che forse la maggior parte dei suoi colleghi (in senso ampio) non avverte più da tempo, e che invece ha chiamato il Nostro a elaborare un’opera che non fosse soltanto un mirabile, scultoreo prodotto musicale, ma anche e soprattutto l’espressione di un turbamento profondo, di un’assillante urgenza morale ancor prima che creativa.
Se già nel contestuale “Wilderness Of Mirrors” l’immagine del reale era resa attraverso uno specchio scuro, i fitti solchi di “Cruel Optimism” si permeano con tutta evidenza di un opprimente senso di fatalità: un’enfasi drammatica quasi esasperata nella quale giocano un ruolo decisivo anche i numerosi contributi di amici vicini e lontani, dal redivivo Werner Dafeldecker a Mats Gustafsson, da Chris Abrahams e Tony Buck (The Necks) a Norman Westberg e Thor Harris (Swans); trovandosi coinvolti nel progetto, gli illustri strumentisti hanno accettato di prestare i materiali da loro registrati a una successiva forgiatura che ne ha completamente stravolto le sembianze, addensandoli in una forma sonora opaca e onnicomprensiva.

Più che occulta, dunque, potremmo definirla come una sinfonia occultata, entro la quale sarebbe assurdo tentare di rintracciare la presenza di ogni singola voce anziché accogliere le sovrastanti ondate acustiche nella loro pienezza. Ciò detto, sicuramente a risaltare maggiormente sono le imponenti percussioni di Thor Harris che con vibrafoni, gong e campane tubolari scandisce alcuni passi cruciali della composizione (“Hammering A Screw”, tuonante prologo di “Crow”).
L’ingresso improvviso di “Hard Rain” è un colpo d’occhio sull’incontrovertibile devastazione, la nota dominante che troverà il suo sfogo più disperato in “Object Of Projection” e “Negative Drone”, dove English torna a esplorare la risonanza delle corde di pianoforte dall’interno, vibrate come le sound icons di Radulescu.
In “Exquisite Human Microphone” e “Somnambulist”, invece, si erge distintamente il trombone di Brodie McAllister, dalla solennità wagneriana, la prima volta annuncio minaccioso ed epifanico, e nel secondo caso già divenuto possente risonanza di una sublimazione astrale annunciata dal coro delle Australian Voices, e che con esse si compie nel restringimento finale di “Moribund Territories”, sigillo profetico che trasuda pietà verso i patimenti della condizione umana.

Quando ho riferito a Lawrence le mie prime, entusiastiche impressioni sulla potenza evocativa di quest’opera, per ben due volte ha rimarcato lo sforzo che gli è stato necessario per giungere alla forma finale dell'album, e il sollievo nel poterlo finalmente affidare all’ascolto degli altri; ma nelle sue parole non mancava un meritato senso d’orgoglio, o forse solo la chiara percezione di aver raggiunto un traguardo artistico di massima rilevanza, spingendo la propria visione verso un compimento che sembrava ancora lungi dal manifestarsi.
Un’utopia che se nella realtà fatica ancora ad avanzare i primi passi, nell’espressionismo sonoro di “Cruel Optimism” ha voluto realizzarsi qui e ora, ad ogni costo.

28/02/2017

Tracklist

  1. Hard Rain
  2. The Quietest Shore
  3. Hammering A Screw
  4. Crow
  5. Requiem For A Reaper / Pillar Of Cloud
  6. Exquisite Human Microphone
  7. Object Of Projection
  8. Negative Drone
  9. Somnambulist
  10. Moribund Territories

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