Lowly

Heba

2017 (Bella Union)
dream-pop

Un discreto hype circonda questa band danese, nuova protetta di Simon Raymonde: “Heba” è il titolo del loro esordio, dedicato a un’amica siriana rifugiata (la suggestione politica finisce sostanzialmente qui).

Il disco riveste di ambiziose pretese artistiche un repertorio di canzoni in realtà molto “facili”, con arrangiamenti che denunciano una cronica mancanza di personalità. Da una parte ci sono le tastiere “chitarristiche” e sbilenche dei Beach House (l’iniziale “Still Life”, “Stubborn Day”), dall’altra una collezione di B-side di Bat For Lashes, il tutto all’insegna di un (dream-)pop sintetico post-Bjork del tutto inerte dal punto di vista emotivo.

Unica nota positiva da considerare è la variopinta palette ritmica, che forse favorisce l’appeal che sta riscuotendo “Heba” presso il pubblico indipendente. Per il resto è davvero complicato capire cosa dovrebbe rimanere nella memoria delle sciape canzoni dei Lowly, cosa che dice molto della capacità attuale della Bella Union di lanciare nomi nuovi.

01/03/2017

Tracklist

  1. Still Life
  2. Deer Eyes
  3. Look at the Sun
  4. Mornings
  5. Cait #2
  6. Prepare the Lake
  7. Stubborn Day
  8. Pommerate
  9. No Hands
  10. Word
  11. Not so Great After All

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