Maggie Rogers

Now That The Light Is Fading

2017 (Capitol)
art-folk-pop, electro-pop

Le vie del successo e dell'affermazione sono delle più bizzarre: a volte non è sufficiente una vita, a volte serve indurre Pharrell Williams alle lacrime suonandogli il demo di un tuo brano per approdare a platee neanche immaginate. Intendiamoci sin da ora, Maggie Rogers non è di certo una miracolata, una la cui ribalta alla notorietà arriva senza un background concreto o del vero talento a supportarne l'interesse. Su queste stesse pagine, d'altronde, non ci si è di certo contenuti nell'esprimere parole di sincero apprezzamento nei confronti di una ragazza dal talento portentoso, un'autrice folk e una suonatrice di banjo già padrona di una penna decisa e di una personalità ben delineata nei suoi tratti, per quanto ancora ben sotto il massimo del suo potenziale e priva di mezzi produttivi e sonori più sostanziosi.
Insomma, la performance, ancora da studentessa del prestigioso Clive Davis Institute of Recording Music, che ha indotto uno dei produttori più influenti al mondo a spendere parole di assoluto entusiasmo, non è altro che il coronamento di un percorso che aveva già lasciato intravedere la stella del futuro, e che adesso può esprimersi al pieno delle proprie possibilità. "Now That The Light Is Fading" è il risultato di tale percorso, un Ep di cinque tracce in cui la sensibilità folk della songstress si sposa a un ampio ventaglio stilistico, che gioca con l'elettronica, lievi sfumature r&b, e tocchi globalisti, in un pot-pourri di sensazioni e approcci. Anche con tutta la disomogeneità che caratterizza la pubblicazione, Maggie Rogers dimostra che il suo è un nome tutt'altro che destinato a scomparire presto.

In effetti, piuttosto che un lavoro strutturato come tale, pensato per supportare un particolare mood o un concept tematico unitario, l'Ep della ventiduenne cantautrice del Maryland si presenta più come un diario di spunti, di idee da approfondire successivamente con un respiro più ampio, una sorta di biglietto da presentazione per i tanti che l'hanno imparata a conoscere dopo quella fatidica performance universitaria (immortalata in un video diventato virale), e un atto di trasformazione per quei pochi che invece ne avevano seguito le gesta sin dagli esordi liceali.
Di certo, per chi aveva apprezzato ai tempi il sofferto folk dalle tinte gotiche di "Blood Ballet", sarà una bella sorpresa constatare come Rogers abbia rinunciato a quello scarno cerimoniale sonoro per rivestire le sue interpretazioni di una spessa coltre elettronica, a volte marcatamente dance (le propulsioni technoidi di "On + Off", frutto di un programming studiato con cura, che però rischia di coprire la pulizia della melodia), più spesso contraddistinta da un forte sostrato atmosferico, che ben si sposa alle cadenze dolci-amare della voce della cantante (il battito più misurato di "Dog Years", l'electropop emotivo, quasi romantico di "Better").

Gli stravolgimenti sonori sono comunque sorprese che, una volta fatto l'orecchio, lasciano lo spazio a un metodo melodico riconoscibile, per quanto evidentemente volto a espandersi anche in direzioni estranee alla canzone folk. "Alaska", il brano che ha lanciato la carriera di Rogers, già testimonia l'ampliamento in atto, rivisitando con tanto di percussioni dal fascino global e un accorato utilizzo dello spazio di registrazione il lato più intimo della scrittura della cantautrice, che non esita a colorarla con tutte le tonalità del proprio canto, sfiorando l'intensità del gospel (peraltro ben avvicinato nell'iniziale "Color Song", sorta di Americana convertita al solo esercizio vocale, in cui emerge prepotente tutto il lato più tradizionale della formazione della musicista).

In questo crogiolo di direzioni e spinte, trovare il bandolo della matassa è un'impresa inutile. Certo, manca la ferma coesione dei lavori precedenti e Rogers, forte del suo percorso di studi, cerca di lanciare all'ascoltatore quante più idee possibile, non con arroganza, ma con la freschezza di una ventiduenne che sente il bisogno di aprirsi a un pubblico cresciuto esponenzialmente. Tuttavia, per essere un Ep di "lancio" svolge la sua funzione più che dignitosamente. Ci sarà tutto il tempo (adesso i mezzi esistono) perché la musica di Maggie Rogers sbocci come merita, nella veste che più desidera: per adesso, godersela così pimpante e vogliosa di confronto è più che sufficiente.

24/04/2017

Tracklist

  1. Color Song
  2. Alaska
  3. On + Off
  4. Dog Years
  5. Better




Maggie Rogers sul web