Tre quarti dei
Rage Against The Machine, due
Public Enemy e un
Cypress Hill. I "Profeti della Rabbia" -
moniker che riprende il titolo di un brano del
Nemico Pubblico - oltre che profeti sono dei veri e propri
saggi, dei ribelli con una causa e decenni di militanza alle spalle.
Questo esordio omonimo è il tipico esempio di "usato sicuro": la chitarra di Tom Morello è inconfondibile, e infatti
riff e distorsioni sono gli stessi con i quali i RATM hanno attraversato (e segnato) un'epoca.
Anche l'innesto di
vocals rap su una base (heavy) rock non è certo una novità: lo stesso Chuck-D ha collaborato in passato con i
thrasher newyorkesi
Anthrax (“Bring The Noise”, 1991), per non parlare della celebre "Walk This Way" rifatta da
Run DMC e
Aerosmith qualche anno prima.
Ecco dunque riuniti questi veterani del combat-rock a stelle e strisce, alle prese con gli anni Dieci del nuovo millennio. I nostri sembrano essere rimasti sul pezzo, e le varie battaglie degli ultimi tempi ci sono tutte: il movimento Occupy, le proteste contro l’oleodotto in terra Sioux, e ovviamente il "trumpismo" con tutto quello che ne consegue (non a caso, il loro primo tour è stato intitolato proprio “Make America Rage Again”).
Le tracce di "Prophets Of Rage" trasmettono una grande narrazione americana “alternativa”, nel segno dell’unità e della coesione ("Unfuck The World", "Strenght In Numbers"), in tempi più che mai turbati da umori divisivi. Viene ripresa anche la militanza dei Cypress Hill sul fronte della liberalizzazione delle droghe leggere, nella virulenta "Legalize Me", mentre il funk di "Take Me Higher" viaggia sul confine tra paranoia e complottismo. Segnali di fumo che un'altra America è possibile: costruire e ricostruire, senza limitarsi a distruggere, è questo il messaggio dei "profeti", non sempre incendiari ma nemmeno pompieri. Non vi è alcuna intenzione di spegnere il fuoco, come viene orgogliosamente affermato nella conclusiva "Smashit": "The same old lies time after time/ You'll never read my American mind".
Le coordinate sonore sono dunque ben precise: i
Prophets suonano esattamente come la sezione strumentale dei Rage Against The Machine con l’aggiunta di un dj e di due (grandi) rapper. “Prophets Of Rage" è un bel disco di rap-rock rumoroso e incazzato, nel segno dell'onestà intellettuale e musicale, che piacerà soprattutto agli amanti delle band d'origine. Inevitabile che il ripescaggio pedissequo di sonorità vintage sollevi più di un dubbio sulla freschezza della proposta musicale e tematica, ma le canzoni "ci sono", e il
Messaggio pure. "Hands Up!".
16/01/2018