Pluristrumentista, compositrice, collaboratrice di artisti come Bat For Lashes, Lou Rhodes, Radiohead, Patrick Wolf e Penguin Café, oltreché membro del collettivo artistico Collectress, Quinta è un'artista londinese impegnata anche sul fronte della musicoterapia applicata ai pazienti in terapia intensiva; ha inoltre collaborato con il circo acrobatico femminile Mimbre, ha scritto colonne sonore per adattamenti cinematografici e televisivi di opere di Jorge Luis Borges e William Shakespeare, e ha lavorato anche a un progetto sull'immigrazione "Music In Detention", oltre ad aver composto un'infinita serie di musiche per balletti.
A questo profilo artistico corrisponde una discografia ancora esigua ma interessante, dove folk e neoclassica si amalgamano con toni minimalisti eppur lussuosi, tra esotici intrecci di violino, glockenspiel, ukulele, viola, clarinetto, melodica, piano e tastiere. La struttura è simile a quella della musica da camera, con una predominanza netta di pianoforti, tastiere e organi, che prendono il sopravvento sugli archi, questi ultimi protagonisti indiscussi del precedente album del 2009 "My Sister, Boudicca", che si sviluppava su timbriche più nervose e spigolose.
In "The Quick Of The Heart" la musicista lascia fluire il lirismo con più delicatezza, senza mai farsi catturare dall'estetica del romanticismo, anzi esibendo un delizioso mood noir ("Embryo"), e un'articolata struttura armonica ("Guido"), lambendo con classe i confini del pop ("Astragal -The Most Wonderful-"). Ridondanza e artificiosità vengono altresì evitate affidandosi al naturale suono degli strumenti, che creano dei delicati landscape, privi di quelle angeliche armonie che incauti folk singer spacciano per art-folk ("Blood"). Le canzoni si susseguono come fotogrammi di un'unica rappresentazione visiva, autonome nella loro unicità e perfettamente calibrate nella loro suggestione d'insieme, tra echi di Philip Glass ("The Morning After St. Jude"), involontarie citazioni pop in salsa Penguin Café ("A Tutorial For Little Karen") e pregevoli derive elettroniche ("Morning Reckonings").
Complesso, lussuoso, altresì gracile eppur maestoso, "The Quick Of The Heart" non è uno di quei dischi nati per riempire un vuoto produttivo. Il delizioso virtuosismo pianistico di "Lightning Trees", la rarefazione lirica ricca di contrappunti di "Subsong" e il canto fuori tono della criptica e tragica "An Elf Ring", sottolineano un profilo creativo fuori dalle righe.
Incantevole.
21/09/2017