Royal Thunder

Wick

2017 (Spinefarm Records)
hard-rock, psych-rock

La Georgia è uno stato che nel nuovo millennio ha visto diverse band di rock duro raggiungere il successo: Mastodon, Baroness, Kylesa, Black Tusk, tutti più o meno provenienti dal calderone sludge-core e tutti più o meno allontanativisi. I Royal Thunder vengono dalla capitale Atlanta, il primo full-length "CVI" è del 2012, seguito da "Crooked Doors" nel 2015. Questo terzo lavoro "Wick" testimonia, nemmeno a dirlo, un ulteriore ammorbidimento della proposta; duri come i loro colleghi non lo sono mai stati, per la verità.
Fedeli a un hard-rock di ispirazione settantiana filtrato attraverso il grunge più metallico (Alice In Chains e Soundgarden), ad accomunarli alla scena locale è una certa attitudine southern e psichedelica. Dunque, brani mediamente lunghi, a volte più articolati della solita ripetizione strofa-ritornello e un gusto per gli arpeggi di chitarra di vaga ispirazione country.

Oltre a tutto questo, la formazione vanta una eccezionale bassista e cantante, Mlny Parsons, con un timbro blues e un'estensione notevole. Il gruppo costituisce così una valida alternativa a quelle formazioni hard-rock che in tempi recenti hanno fatto della voce femminile la loro unica attrattiva, The Pretty Reckless e Halestorm.
Questo "Wick" è però un lavoro riuscito a metà: anche qui si ha la sensazione che si usino le performance vocali per giustificare le composizioni più sciatte. Purtroppo ce ne sono varie, in particolare rozzi tentativi di ballad classica e nostalgica ("Plans", "The Well"). Abbastanza inutili anche alcuni episodi in chiave maggiore, tra il country e il power-pop ("Tied", "We Slipped"). Meglio i brani più duri ("Sinking Chair" e "Turnaround") e psichedelici ("Burning Tree", "April Showers").

La prolissità rende difficile arrivare alla fine e la prova del gruppo è tutta sbilanciata in favore della Parsons, potente e incisiva sia al basso che alla voce. Le chitarre, invece, tentano di inseguire sonorità più classiche e meno di derivazione metal (la tentazione è sempre dietro l'angolo), sulla lezione degli ultimi Baroness. Ma qualcosa deve essere andato storto, e suonano piatte e poco interessanti. Tanto vale andare a recuperare gli esordi di una band comunque ricca di potenziale e aspettare per un seguito più energico e concentrato.

19/04/2017

Tracklist

  1. Burning Tree
  2. April Showers
  3. Tied
  4. We Slipped
  5. The Sinking Chair
  6. Plans
  7. Anchor
  8. WICK
  9. Push
  10. Turnaround
  11. The Well
  12. We Never Fell Asleep

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