L'avevamo lasciata appena un anno fa impegnata nella ricerca di un/a partner ideale - il disco era "No More Weak Dates" e il buffo video di "New Boo" illustrava al meglio gli intenti dell'autrice. Evidentemente qualcosa di positivo da tutto quel giochicchiare deve essere uscito davvero, perché oggi la voce di Cath Harris-White aka SassyBlack ha indubbiamente acquistato di una nuova, vellutata sensualità. Se infatti il precedente album - che rappresentava un debutto ufficiale in formato Lp dopo l'esperienza THEESatisfaction - rimaneva nonostante tutto ancorato ai soliti tratti tipici, "New Black Swing" affonda il coltello nel burro fuso di un alt-r&b dai tratti future frullati e rimontati con spirito modernista.
Certamente per SassyBlack tutto questo non è una grandissima rivoluzione; inciso nella tranquillità del suo salottino di casa, "New Black Swing" è un disco che gioca ancora una volta con tastiere e computer, creando basi morbidissime dalle atmosfere sfumate, sulle quali lei tesse la propria voce in quel tipico formato-cantilena che si colloca a metà strada tra il soul e l'hip-hop. I testi sono colloquiali e vengono montati in una sorta di diario che analizza le più piccole sfumature del cuore e del desiderio carnale. Ma a questo giro il tutto assume tonalità calde e velatamente piccanti, risultando in un disco d'atmosfera che, se suonato nel giusto momento, riesce a inebriare i sensi.
Le tiepide ventate tropicali di "Games" funzionano proprio in virtù di quel loro essere impalpabilmente lo-fi, e lo stesso discorso si può fare per "Passion Paradise", il pezzo più suggestivo del lotto, che scorre etereo come un bozzetto neo-soul con intarsi etnici, mentre SassyBlack sussurra a voce bassissima quasi si trattasse di un incontro notturno.
Ma non è solo struscio tra le lenzuola; la più spedita base di "Satisfied" richiama molto le atmosfere del vero e proprio new jack swing di fine anni 80 con tanto di spiritosi mini-sample, ma anche "Wild" e la più arrapata "Watching You" traballano sui solitari fili melodici di uno scheletrico hip-hop. Sul finale, "Glitches" e "Worthy" cullano e divertono attraverso afro-centrismi pop, dando modo a SassyBlack di tirare fuori la sua vocalità più urbana e stradaiola.
Impossibile non pensare ancora una volta al lavoro con le THEESatisfaction, al vecchio sodalizio con gli Shabazz Palaces e alle opportunità ricevute ai tempi tramite il supporto di una label importante come la Sub Pop. Innegabilmente l'assenza di tutto questo in qualche modo arriva a pesare sul prodotto finale (non ultimo l'orrido lavoro grafico di copertina), SassyBlack si muove ormai in una dimensione a dir poco casalinga e per andare in tour ha bisogno di una campagna Kickstarter (l'ex-collega Stasia Irons invece ha del tutto abbandonato il lato compositivo, oggi fa la speaker per una nota radio di Seattle). Ma nel suo piccolissimo, SassyBlack è un'autrice pur sempre viva e vegeta, apertamente queer nonostante gli ostacoli che questo comporta nel mondo dell'r&b, tenacemente indipendente e forte di uno stile ormai collaudato, tutte caratteristiche che la riconfermano un nome immediatamente riconoscibile nel panorama odierno.
30/07/2017