Schola Romana

Storie d'ogni ora

2017 (Autoproduzione)
folk-rock, canzone d’autore

La Capitale d'Italia può essere ancora immaginata, cantata, raccontata da un'angolazione distante dal consueto? In armonia con la sua storia e la sua gente, ma con colori, sfumature capaci di apparire nuove? Ascoltando un disco come questo, sembrerebbe proprio di sì.
A qualche anno di distanza dall'interessante lavoro d'esordio, torniamo quindi volentieri ad occuparci del progetto musicale Schola Romana, concretizzatosi a partire da un'idea del cantautore Davide Trebbi con la complicità di Edoardo Petretti, tastierista/cantante, produttore artistico e arrangiatore. Compito affatto facile, si diceva: ridare respiro, piena dignità e cittadinanza al dialetto romanesco in forma canzone, evitando sapientemente tutti i cliché e le più ovvie didascalie del caso. Missione ardua ma compiuta grazie a un quintetto (completato da Stefano Ciuffi alla chitarra solista, Ivano Sferrazza al basso e Luca Monaldi alla batteria) che, con gusto, affiatamento e preparazione tecnica ci trasporta in una dimensione sonora/testuale fuori dall'ordinario, elegantemente in bilico tra storia moderna e contemporanea.

Undici i brani in scaletta, compresi tre brevi strumentali dall'ambientazione vagamente cinematografica: sono tutti originali con le sole eccezioni de "Li ponti so' soli" (ripresa dal primo repertorio di Antonello Venditti e affidata alla voce di Alice Clarini) e il ri-arrangiamento di "Roma Underground" di Franco Fosca, misconosciuto cantore della Città Eterna, recentemente scomparso. Proprio il brio sornione di questo brano apre la strada e ci trasporta lungo i vicoli e le notti della metropoli, novella "Città per cantare" ubriaca di leggende e destini più o meno luminosi.

Serio e faceto, comico e tragico giocano anche nei toni di "Cerca de capì" - con l'intervento recitato dell'attore Armando Puccio - mentre la "Guera de li poveracci" lascia riaffiorare un bozzetto di lucido disincanto dedicato a quello che era orgogliosamente un "popolo" divenuto oggi solamente "gente". E c'è tanto altro in questo disco che meriterà ripetuti ascolti per essere goduto fino in fondo.
Con le sue chitarre (elettriche e acustiche), le tastiere e i fiati, con le sue diverse voci, ma soprattutto in virtù di una produzione asciutta e ben poco ammiccante alle mode contemporanee, un lavoro come "Storie d'ogni ora" si colloca in una dimensione sui generis e tramanda immagini e memoria piuttosto che effimeri trend o personalismi.
Che sia "La scoperta de l'America" di Cesare Pascarella o l'affettuoso tributo a Franco Califano di "Un'ora di più", che ci si trovi nel mezzo della battaglia ai tempi dell'ottocentesca "Res Publica" oppure che la si osservi in un volo alato come in "Roma scombinata", la Capitale amata/odiata resta musa ispiratrice senza soffocare con il suo dolce peso i musicisti coinvolti: anzi, pare quasi riconoscente di essere stata evocata senza le consuete, trite oleografie. Una volta tanto.

23/04/2017

Tracklist

  1. Roma Underground
  2. Cerca de capì
  3. Intermezzo #1
  4. E li ponti so' soli
  5. La guera de li poveracci
  6. Roma scombinata
  7. Intermezzo #2
  8. Res Publica
  9. Intermezzo #3
  10. Un'ora di più
  11. Lamerica

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