Telescopes

As A Light Return

2017 (Tapete Records)
space-rock, drone

Your idea of perfection changes as you move on
(Stephen Lawrie)

Ritorna all’attacco l’esercito del rumore di Stephen Lawrie dopo due anni di silenzio. Creatura ambigua i suoi Telescopes: nati (volendo dare delle coordinate precise) tra “Evol” e “Daydream Nation”, quando il noise assunse delle coordinate ben precise, subirono una violenta sterzata verso lo shoegaze tra la fine degli anni Ottanta e l’avvento dei My Bloody Valentine. Tuttavia, classificarli tra gli edulcorati wall of sound britannici sarebbe un grave errore; Lawrie e i musicisti di turno raggruppati sotto il marchio Telescopes hanno calpestato ben altri sentieri. Se il loro esordio “Taste” era un’ondata neo-psichedelica elettrica, al pari dei primi Jesus and Mary Chain e Spacemen 3, il disco self-titled del 1992 era solo il fugace incontro tra l’idea di psych/space rock di Stephen Lawrie e Joanna Doran e lo shoegaze, come due rette che si incontrano ma poi proseguono per il loro cammino. “The Telescopes” bastò a trascinarli nella Uk Pop Chart e anche a interrompere la loro carriera per una decade.

Tuttavia, il ritorno dei riformati Telescopes nel 2002 aveva sapore diverso, sperimentale. Attenzione: la sperimentazione noise/avantgarde di Lawrie e Doran era un’opera volubile ed enigmatica, non necessariamente tutta positiva. Il dream-pop da “Third Wave” ad oggi diviene una sorta di nightmare-pop. Pensando la distanza tra il noise-rock e il genere drone come una strada, i Telescopes la stavano percorrendo a tutta velocità verso il secondo. Si aggiunge a questo vortice di abbandono dei canoni, l’uscita dalla band di Joanna Doran nel 2006, che sciolse ogni legame con qualche tentativo di costruzione melodica.

Tra i grandi ritorni dello shoegaze, Stephen Lawrie lancia il suo “As A Light Return”, quasi come fosse uno scherzo per chi li considera ancora vagamente appartenenti a quel genere. Effettivamente il singolo “You Can't Reach What You Hunger” ha qualcosa dei My Bloody Valentine, ma l’impressione è che Kevin Shields si sia trasformato in zombie così come il resto dei ragazzi di Dublino. Il riff del brano è totalmente sotterrato dalle distorsioni, mentre un fuzzing inizia a ricoprire ogni nota. L’effetto, monolitico e ipnotico, rappresenta una perfetta sintesi del concetto di noise degli attuali Telescopes.
Dispiace, invece, che il resto del disco segua abbastanza indistintamente le stesse sonorità di traccia in traccia. “Hand Full Of Ashes” è una litania avvolta in una coltre di effetti cacofonici, mentre batteria e chitarra portano avanti ciò che resta di un brano space-rock. “Something In My Brain” è l’emblema di un dream-pop infetto e in decomposizione, che tra effetti e fischi di chitarra trascina l’ascoltatore nelle tenebre.

Perda poi ogni speranza chi decida di avventurarsi per la traccia di chiusura: “Handful Of Ashes” (stessa pronuncia della precedente, ma dal significato opposto) è una distesa di drone di quasi quattordici minuti, senza percussioni, senza impennate, senza variazioni evidenti. Una gelida e deforme elettronica toglie lo scettro alle chitarre; le note che emergono dalla nebbia oscura di rumore assomigliano quasi a grida lontane. Malgrado ogni sperimentazione sia ben accetta, la deriva noise che diventa drone appare fin troppo piatta rispetto ai classici del genere. Il progetto di Lawrie realizza sostanzialmente un quadrato nero di Malevich, un nulla puro da cui i suoni tentano di affiorare per poi venire riassorbiti dalla pesantezza del rumore.

Che voglia essere l’estrema conseguenza di ciò che i Velvet Underground cominciarono mezzo secolo fa, o semplicemente un esperimento di space-rock senza compromessi, questo ritorno dei Telescopes si lancia in territori ignoti, dove pare che la formazione britannica non si sappia muovere troppo agevolmente, facendo risultare “As A Light Return” ripetitivo e poco coinvolgente, nonostante l’ispirazione non sia totalmente da scartare.

13/07/2017

Tracklist

  1. You Can’t Reach What You Hunger
  2. Down On Me
  3. Hand Full Of Ashes
  4. Something In My Brain
  5. Handful Of Ashes



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