The Huntress And Holder Of Hands

Avalon

2017 (Supply And Demand)
chamber-folk, americana

...you're a Huntress and a Healer and a Holder of hands, and your heart is the Avalon I seek for my end.
(Dave Lamb)

Progetto nato dal lutto per la perdita del marito e co-fondatore dei Brown Bird, Dave Lamb, The Huntress And Holder Of Hands è MorganEve Swain, come si capisce non solo per scelta artistica, ma per volere di Dave. Questo pugno di canzoni, nato nei mesi in cui quest’ultimo moriva di leucemia, ormai nel 2014, è interpretato qui non più da MorganEve come solista, ma da una band vera e propria, cresciuta nel tempo come a testimoniare la convalescenza interiore di questa.

Così il disco suona diversamente da, per dire, un altro dedicato alla perdita di un consorte, “A Crow Looked At Me” di Mount Eerie, anch’esso di quest’anno: non è una ferita aperta, forse, ma una revisione di quel periodo non meno pregna di pathos, soprattutto per via di una sezione di archi corposa (viola, violoncello e contrabbasso), che offre comunque una versione più filtrata, più costruita.
Lo spirito del disco ha un che di “Ocean Songs” dei Dirty Three (“Severed Soul”): oltre all’ovvio riferimento sonoro e stilistico, c’è anche quel carisma, quella chiarezza estetica. “Avalon” è un’opera dedicata a una persona, senza esporla direttamente, ma cercando di sublimarla nella sua espressività, nei torridi rituali sciamanici di un chamber-folk di chiara ascendenza Pacific Northwest (Rachel Blumberg di Norfolk & Western e Decemberists suona in metà dei brani). Dave vive ancora, in questa musica, e attraverso MorganEve (come racconta in “The Source”).

Ovviamente ci sono tentativi più esplicitamente catartici (il singolo “Borealis”, litania dalla scrittura limpida), ma la testimonianza più importante di “Avalon” è quella di una vita che continua, anche se non come prima. Semmai con un po’ di rabbia blues, che la musica aiuta a incanalare (con la liturgia magmatica di “Shake Off Your Flesh”), ma il fatto che questi suoni come un disco provato a lungo insieme è la cosa più importante (l’uptempo ansiogeno di “These Hands” non può che venire da lunghe sessioni collettive).
Insomma, si tratta proprio di un “testamento postumo” che ogni artista vorrebbe per sé, e si può dire che mai due epiteti come quelli di questo moniker sono stati più meritati che questa volta.

29/11/2017

Tracklist

  1. Shadow of the Hunted
  2. Borealis
  3. Call to Arms
  4. My Kingdom
  5. Severed Soul
  6. Ètude
  7. The Source
  8. Shake Off Your Flesh
  9. These Hands
  10. Creatures in Flight

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