I Voight-Kampff vengono da Saint Louis, Missouri, ma vengono anche - come si suol dire - dal punk. Nel senso che il loro retroterra è, come per molti gruppi della Deranged Records, quello della scena do-it-yourself; in questo caso i due hanno militato in svariate band hardcore (Formaldehyde Junkies, The Breaks...).
Inizialmente denominati Run Down, cambiano nome nell'attuale dopo la pubblicazione del 45 giri "American Despair" (2012), a cui seguono l'anno successivo il full-length d'esordio omonimo e un paio di singoli.
A inizio luglio è uscito il follow-up, "The Din Of Dying Youth"; l'album parte in quarta con "Victim Of Desire", un pezzo che lascia trapelare tutto il loro background; i nostri non si limitano però a pigiare il piede sull'acceleratore e inseriscono alcuni passaggi più lenti, come "Never Well Again", brano dal sound prettamente gothic-rock.
Il cantato è profondo, reminiscente - ma mai troppo - del timbro di Ian Curtis, mentre le trame della chitarra, complice la provenienza Usa, hanno tratti marcatamente death-rock.
La riuscita miscela tra goth viscerale e post-punk meccanico viene esaltata dal contrasto fra i toni caldi delle vocals e la precisione chirurgica della sezione ritmica ("I Believe In Love", "Bleach In The Sun").
"The Din..." dura poco più di venti minuti, sufficienti però per rivelarsi una bella sorpresa per gothic-rocker a digiuno di novità e per amanti del punk in cerca di atmosfere oscure.
24/07/2017