Wilsen

I Go Missing In My Sleep

2017 (Dalliance)
dream-folk

Ci sono storie a volte semplici, banali, che in virtù di un'abile capacità narrativa arrivano al cuore con la stessa forza di un uragano. Anche la musica spesso riesce a catturare l'anima con elementi apparentemente fragili, eppur travolgenti come un fiume in piena.
"I Go Missing In My Sleep" è uno di quei piccoli miracoli la cui magia non può essere decifrata con algoritmi matematici o elaborate teorie tecniche-strumentali. I Wilsen non hanno il dono dell'originalità a tutti i costi, ma possono contare su una leader dalla voce magnetica, su una dignitosa scrittura e su atmosfere dream-folk che evocano con pudore i Daughter e Lana Del Rey.

A distanza di cinque anni dall'esordio (un doppio Ep dal titolo "Sirens"), la band (ora un trio dopo l'abbandono del batterista Dan Drohan) mette finalmente a punto una propria formula musicale, assemblando tutte le esperienze vissute in tour con i Daughter (appunto...) oltreché girovagando tra New York, Calgary, Boston e Londra (la leader Tasmin Wilson è nata in Inghilterra ma vive in America).
Il risultato è un disco gentile, delicato, sognante. "I Go Missing In My Sleep" è un album che si agita nel limbo, ma nonostante l'apparente immobilità delle atmosfere, la tensione emotiva resta costante, grazie alla continua contaminazione della scrittura, che vede fluire scampoli di folk-rock, pop-jazz, dream-pop e perfino un leggero tocco di shoegaze.
Mentre basso e batteria scandiscono i tempi con mestizia, la voce vi si adagia con un cantato simile a un sospiro, a volte intorno a essi si odono voci e suoni minimali, asciutti e soavi come una nuvola dopo un temporale.

Quello che incanta dei Wilsen è la capacità di tenere insieme una discreta quantità di intuizioni senza mai perdere il controllo, la sensibilità prevale sull'irruenza e anche quando i richiami stilistici si fanno più evidenti, nulla va a turbarne l'armonia, la cui forza si sprigiona lentamente ascolto dopo ascolto.
Con una canzone ("Centipede") dedicata a un grazioso centopiedi, incontrato in piena notte sui muri della camera da letto di Tasmin Wilson, si apre l'album, pronto a sprigionare quarantacinque minuti di raffinatezze dream-folk.
La struttura delle canzoni è leggermente atipica, più che tendere al refrain o al crescendo emotivo, le canzoni si snodano su armonie e ritmi costanti. Tutto viene svelato già dalle prime note, ed è un raffinato equilibrio tra voce e strumenti a tenere saldo il fascino di ogni brano.

Spesso evanescente e impalpabile, il suono dell'album si affida a deliziosi fingerpicking ("Light Between The Leaves", "Final"), o a foschi madrigali calibrati su poche note di chitarra elettrica e voce ("Otto"), per poi essere pronto a giocare con festose arie folk-pop ("Emperor", "Garden"), prima di lasciar librare melodie ricche di respiro ed enfasi (la conclusiva "Told You").
Sembra quasi che i Wilsen abbiano trascorso il tempo stemperando tutte le possibili vie di fuga dell'album, abbassando il volume al ritmo quasi ballabile di "Kitsilano" o limitando l'esplosione quasi in stile shoegaze di chitarre e ritmi nell'eccellente "Dusk", tenendo infine a bada anche le ambizioni più sperimentali, coniugandole con trame di folk esoterico ("Heavy Steps") che rimandano al felice matrimonio creativo dei Cocteau Twins con Harold Budd.

Progetto dal fascino sotterraneo, fugace, l'album dei Wilsen è perfetto per questi giorni di primavera ancora incerti, durante i quali sole e pioggia si alternano lasciando scorrere gocce d'acqua sui vetri delle finestre, sceneggiatura perfetta per farsi catturare dal placido uragano emotivo di "I Go Missing In My Sleep".

14/05/2017

Tracklist

  1. Centipede
  2. Garden
  3. Kitsilano
  4. Heavy Steps
  5. Otto
  6. Light Between the Leaves
  7. Dusk
  8. A Parting
  9. Emperor
  10. Final
  11. Told You




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