Ancestors

Suspended In Reflections

2018 (Pelagic)
psych-rock, alt-rock, doom metal

Sono passati sei anni da “In Dreams And Time” e rispetto ad allora gli Ancestors sono praticamente un’altra band. Alcuni di loro hanno vissuto momenti particolari, non è mancata qualche incomprensione e così eccoli ritornare con la formazione decurtata: tre membri invece che cinque, dei quali un batterista nuovo di zecca (l’ex-Silver Snake Daniel Pouliot). Sempre della partita, invece, quelli che sono di fatto i due frontmen del gruppo, Justin Maranga (chitarra, basso e voce) e Jason Watkins (tastiere e voce). Al ridimensionamento della formazione non è corrisposto però quello delle ambizioni, tutte debitamente ripagate da questo “Suspended In Reflections”.
Le etichette solitamente utilizzate per catalogare la musica dei losangelini, psychedelic rock e doom metal (presente ormai soltanto quando ne affiorano, piuttosto di rado, i tipici riff pesanti e fangosi), stanno infatti molto strette a questo loro quarto disco. Per rendere giustizia alla vastità di influenze esplorate e stratagemmi utilizzati da Maranga e Watkins, bisogna scomodare almeno un altro paio di generi.

Anzitutto sul disco è forte l’impronta dell’uso, da parte di Watkins, di un organo da chiesa Æolian-Skinner. Un gigante di quasi duemila canne che affiora ogni qualvolta gli altri strumenti scompaiono o scendono di volume, generando una perenne e densa coltre mistica che ben riflette lo stato di sospensione evocato dal titolo dell’opera. Le chitarre, dicevo, producono raramente riff metal, piuttosto ululano e scoppiano in luminosi wall of sound al confine con lo shoegaze – Alcest non sembra un accostamento azzardato, a tal proposito va ascoltata l’incantevole “Through A Window”. Grazie a leggeri sfarfallii elettronici e vocoderini robotici, che qui rimpiazzano almeno temporaneamente le voci potenti e drammatiche, “Lying Into The Grass” rimembra tristi androidi e gli Anathema di “A Natural Disaster”.

Nello splendido artwork che racchiude “Suspended In Reflections”, una vecchia baita di legno è sormontata da un vero e proprio oceano di astri; una galassia lontana le cui coordinate vengono puntate e raggiunte da “Release”, viaggio interstellare con tanto di tastiere tangeriniane. “Into The Fall” presenta addirittura svolazzi lirici e archi che danzano sofferenti sull’elettronica: un affresco quasi modern classical. Insomma, gli Ancestors saranno anche rimasti in tre, ma nulla sembra spaventarli. Più che la varietà di materie trattate in “Suspended In Reflections”, impressiona come queste vengono controllate e piegate con coerenza al servizio dello spirito ascetico del disco.

03/09/2018

Tracklist

  1. Gone
  2. Through a Window
  3. Lying in the Grass
  4. Into The Fall
  5. Release
  6. The Warm Glow


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