Arp

Zebra

2018 (Mexican Summer)
ambient, elettronica

Figura oltremodo complessa, Alexis Georgopoulos è uno dei più interessanti protagonisti della moderna scena ambient-elettronica, capace di passare dalle liquide sonorità di Brian Eno alle giocose geometrie del folk-pop alla Kevin Ayers o Vini Reilly con una naturalezza naif e un pregevole tocco personale.

Chiusa la parentesi più pop tratteggiata di glam e psichedelia degli ultimi progetti (“More" e “Pulsar & Quasars”), il musicista americano (genitori francese e greco) rigenera il progetto Arp con un disco ambizioso e audace, che rispolvera il linguaggio della world music con prospettive intriganti.
“Zebra” (il titolo reale è " “/-“ –pronounced Zebra”, ma per comodità lo continuerò a titolare semplicemente “Zebra”) allinea ambient e downtempo, catturando suggestioni folk-etno con suoni ora naturali, ora sintetici, mettendo insieme un collage di suoni tanto semplice quanto raffinato.
Difficile trovare un’etichetta stilistica che riesca a indicare tutti i contenuti sonori senza sembrare raffazzonata o eccessiva, quello che è lampante è comunque la volontà dell’autore di gestire ogni piccolo episodio attraverso schemi armonici minimali, quasi mononota, con diversi strumenti pronti a caratterizzarne l’essenza.

Il tocco esotico delle marimba adagiato su sonorità elettroniche retrò di “Nzuku”, il curioso flusso quasi ipnotico di synth e tastiere di “Fiji”, e l’algido ritmo balearic di “Fluorescences” (con strane reminescenze dei Tears For Fears) hanno infine il fascino di una cartolina-ricordo di luoghi esotici, reali o immaginari.
Alexis Georgopoulos gioca con la memoria collettiva della middle-class di oggi, filtrando suggestioni etniche non ben definite (“Ozu”), tentazioni avantgarde (“Reading A Wave”), reminescenze new age in bilico tra folk e jazz (“Halflight Visions”), minimalismi orientaleggianti e cristallini (“Parallelism”), groove tribali (“Folding Water”) o afro-jazz (“Moving Target”), con una padronanza e una sobria eleganza che tengono lontano da “Zebra” lo spettro del conformismo, dando vita a un suono chill-out dove paesaggi bucolici e agglomerati urbani si avvicendano senza inquietare.

Che la musica di Arp viva di suggestioni del passato e che Alexis più che sperimentare preferisca assemblare non è una novità, ma tra gli innumerevoli illusionisti della moderna elettronica vintage, il musicista americano dimostra ancora una volta di avere una marcia in più.

14/08/2018

Tracklist

  1. Halflight Visions
  2. Nzuku
  3. Fluorescences
  4. Folding Water
  5. Foam
  6. Parallelism
  7. Moving Target
  8. A Clearing
  9. Ozu
  10. Reading A Wave
  11. Fiji
  




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