Beechwood

Songs From The Land Of Nod

2018 (Alive Natural Sound)
garage, psych-pop-rock

E’ come se avessero il destino segnato nei propri nomi, Gordon Lawrence (voce, chitarra), Isa Tineo (batteria) e Andy Manzanares (basso), tre musicisti che sembrano uscire da un festival underground dei tardi anni 60, con un appellativo nonsense (Beechwood) che esprime sensualità e brama di far sentire la propria voce. Ancora una volta New York rinnova la sua fama di fucina di band garage-rock, con un trio di musicisti di ottima caratura, nonché dotati di uno stile di scrittura solido e ingegnoso.

“Songs From The Land Of Nod” è non solo la conferma delle buone suggestioni dell’esordio pubblicato solo in cassetta “Trash Glamour”, ma anche una delle sorprese di questi ultimi mesi. In verità, il secondo album dei Beechwood era stato oggetto di una pubblicazione in tiratura limitata sul finire del 2017, solo su cassetta e vinile, ora giunge agli onori della cronaca con un'edizione definitiva che aggiunge un’undicesima traccia (“I Know It’s Not Right”).
E' un album vissuto in ognuno dei suoi trentacinque minuti, con canzoni che trasudano quella residua energia punk rimasta sopita in fumosi club notturni della metropoli americana. C’è un po’ dei New York Dolls e degli Slade nel loro elegante e dinoccolato look, anche il suono tipicamente rock’n’roll made in Usa infine tradisce uno spirito British, lo stile è essenziale eppur denso, svogliato eppur poetico, rozzo ma melodicamente raffinato.

L’ottima padronanza degli strumenti e la voce indolente e viziosa di Gordon Lawrence tengono salda una proposta musicale che pesca a piene mani nell’immaginario di Jesus And Mary Chain e Velvet Underground (“Ain't Gonna Last All Night”), stravolgendone le regole ritmiche alla maniera dei Ramones (“Melting Over You”), per poi trastullarsi con il glam in una delle due canzoni scritte dal batterista Isa Tineo (“Heroin Honey”).
Forti di potenziali hit-single dal ritmo serrato e incendiario (“I Don't Wanna Be The One You Love”) e di lisergiche ballate alla Mazzy Star/Lou Reed  con tanto di organo e tempi dispari (“C/F”), i Beechwood rileggono persino un brano dei Kinks (“I'm Not Like Everybody Else”) come se fosse un pezzo dei Doors o degli Stooges.

Quello che alla fine resta impresso è il sound back to basic che tiene salda l’ispirazione, concentrando nel finale una sequenza ricca di ambiziose soluzioni strumentali, frutto soprattutto dell’abilità sopra le righe del batterista, che prima crea un’orgia ritmica psych-rock che accompagna accordi rock-blues che non sarebbero dispiaciuti a Jimi Hendrix (“Pulling Through”), per poi incastrare stranezze folk-jazz alla Violent Femmes (“All For Naught”) e infine sostenere una serie di epici riff avvolti da sonorità acide e oscure (“Land Of Nod”).
Forse “Songs From The Land Of Nod” non rivoluzionerà o modificherà il corso della storia, ma sono in verità queste sortite estemporanee a rendere ancora interessante un panorama discografico sempre più ricco e frastagliato. I Beechwood hanno la giusta dose di irriverenza e spontaneità, nonché un’eccellente padronanza tecnica, per poter tenere ancora accesa la sacra fiamma del rock’n’roll, lasciatevi riscaldare da questo salutare tepore.

12/04/2018

Tracklist

  1. Ain't Gonna Last All Night
  2. I Don't Wanna Be The One You Love
  3. C/F
  4. Heroin Honey
  5. I'm Not Like Everybody Else
  6. This Time Around
  7. Melting Over You
  8. Pulling Through
  9. All For Naught
  10. Land of Nod
  11. I Know It's Not Right 






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