Blue October

I Blue October sono un gruppo pop-rock alternativo texano che esordisce a fine anni 90. Trascinata dalla calda e romantica voce di Justin Furstenfeld, la loro proposta musicale si è sempre orientata su sonorità orecchiabili e accessibili, con particolare predilezione per le atmosfere malinconiche, con testi introspettivi che toccano l'animo e anche un pizzico di manierismo di classe. Il tutto sempre in maniera dosata e senza mai rinunciare a una certa eleganza negli arrangiamenti. Tra gli album più riusciti, vanno segnalati "Consent To Treatment", "Foiled" e più di recente "Sway". La discografia del gruppo, però, non è sempre stata costante e in varie occasioni si è lasciata andare all'autoindulgenza, adagiandosi su sonorità più blande e prevedibili, oppure mescolando brani appassionanti, emozionanti, ad altri troppo melensi o banali. Questa tendenza si è accentuata soprattutto con gli ultimi lavori e "I Hope You're Happy" non fa eccezione, nonostante vi si cerchi una maggiore penetrazione di elementi elettronici e ambient a fornire spessore emotivo.

L'apertura del lavoro comunque sembra promettente: gli attacchi energici di "Daylight" possono fungere da discreto antipasto radiofonico, le atmosfere dolciamare di "Your Love Is Like A Car Crash" possono rappresentare una piacevole parentesi intimista senza troppe pretese. Gli alti e bassi su cui gli statunitensi viaggiano nel prosieguo in fondo non impediscono loro di manifestare sempre una certa classe negli arrangiamenti. Sfortunatamente, questa viene messa al servizio di poche idee. Il risultato è che molte canzoni sanno eccessivamente di minestra riscaldata, sfruttando pochi cliché melodici senza mordente, e anche le atmosfere più passionali e sentimentali finiscono per mancare di coinvolgimento. Gli inserti d'archi e i piccoli spruzzi elettronici, che dovrebbero impreziosire il lavoro, enfatizzare l'atmosfera, in poche parole aggiungere piccoli tocchi d'eleganza come ciliegine sulla torta, risultano, invece, spenti e messi solo per abbellire il pacchetto. In questo caso, il problema non è tanto nel loro uso mal dosato o in scelte melodiche poco azzeccate, quanto nel fatto che mancano i contenuti a dare sostanza. 

L'album prova a sembrare più vario nella sua parte centrale, anche se in maniera un po' timida e discontinua: "I Hope You're Happy", con i suoi suoni dance-pop anni 80, è melodica e retrò, ma stona nell'equilibrio dell'album; "Colors Collide", con la sua elettronica tetra e distorta, lascia presagire un'imminente esplosione che non arriva mai, in cui il canto furioso e filtrato di Furstenfeld poteva essere meglio sfruttato senza sembrare una versione annacquata di cantanti nu-metal; cozza con la strumentale di pianoforte "Remission In Cmaj" che scorre via anonimamente; "How To Dance In Time" strizza gli occhi al dream-pop con le sue atmosfere dolci e sognanti, i bassi intermittenti, i tenui tappeti di tastiera, ma eccede nella pretenziosità e il risultato è fine a sé stesso, diluito senza incidere. Sfortunatamente, però, suonano molto più interessanti delle canzoni finali, che possiedono molto meno carattere e personalità. Canto del cigno dell'album è la suite conclusiva "Further Dive", che cerca di condensare assieme dolcezza e tristezza in un crescendo emozionale di chitarra acustica, archi e tastiere, con la voce di Furstenfeld a colpire per la sua evocatività.

Complessivamente, un lavoro discontinuo, consigliato più che altro ai fan del gruppo. Ci sono momenti interessanti e godibili in cui la personalità del gruppo emerge lo stesso, ma anche altri più deboli che sembrano versioni sbiadite di gruppi come Coldplay, U2, Slowdive. Menzione speciale va, al solito, ai testi, malinconici e intimisti, sempre molto vissuti nel loro toccare temi come la vulnerabilità, l'autocritica, la ricerca della felicità o la speranza, eccetto che in pochi momenti un poco dozzinali ("Your Love Is Like a Car Crash", "Colors Collide").

31/10/2018