Bombino

Deran

2018 (Partisan Records)
desert-blues

Dopo anni di lunghi tour, in cui è stato applaudito e amato in ogni parte del mondo, non deve essere stato facile per Bombino tenere il passo dei suoi album precedenti, apprezzati unanimemente sia da pubblico che critica, entrambi capaci di vedere nella musica del tuareg Goumar Almoctar una sorta di miracoloso equilibrio tra musica tradizionale del Niger, blues, psichedelia, folk e fingerpicking. Un rapporto strettissimo con un pubbico che ha incoronato Bombino come uno dei chitarristi più tecnici emersi nel nuovo decennio.

Con “Deran” - parola che tradotta in lingua del Niger vuol dire "Auguri" - Bombino sembra essersi trasformato in santo laico (come sembrerebbe alludere l’iconografia della cover), ormai affermato eroe buono della chitarra, volontariamente alla larga da ogni forma di show business apolide. Proprio all’opposto dell’apolidia si rivolge il messaggio di “Deran”, registrato a Casablanca - scelta che accentua il legame col continente africano - che spinge ancor più sulla strada di un rapporto strettissimo con la propria terra e le proprie origini. Bombino riesce di conseguenza, in modo silenzioso e pacato, a fare politica senza essere esplicito; proprio per questo il suo messaggio appare più potente di un urlo smodato, riuscendo ad aprire gli occhi su una parte del mondo misconosciuta o, ancor peggio, ritenuta foriera solo di povertà o estremismo religioso. Aprire gli occhi (tramite la musica) per aprire le menti con un messaggio forte di fratellanza dove, alla base, vi è la necessità di mantenere stretta la propria orgogliosa identità. Produrre il nuovo Lp in Marocco e non negli Stati Uniti come il precedente è proprio un segnale che vuole dire "adesso tocca a voi avvicinarvi". Un messaggio di fratellanza ben più potente delle tante chiacchere di politici incapaci di comprendere l'identità altrui.

Le origini culturali e musicali del Niger sono costantemente presenti (“Adouagh Chegren”) ma sempre contaminate da elementi sia di blues classico sia di neo-psichedelia da “comune” dei Goat (“Deran Deran Alkheir”), trovando un bizzarro punto di congiunzione tra esperienze nordeuropee e africane. La cosa che stupisce è proprio quanto Bombino sappia unire caratteristiche diverse in un unicum tanto compatto, fatto di sezioni ritmiche solide e tecnica decisamente al di sopra della media.
“Imajghane” dà subito il via con un blues elettrico senza freni, poi ci si trova avvolti da momenti tra Hendrix e Knopfler (“Oulhin”, “Tehigren”), da folk desertico (“Adounia Idagh”), fino al blues strumentale di “Takamba”. Chiude la malinconica ballata tradizionale di “Adouagh Chegren”, ulteriore segno di amore per l’Africa unito a un sostanziale ottimismo per il futuro.

08/07/2018

Tracklist

  1. Imajghane (The Tuareg People)
  2. Deran Deran Alkheir (Well Wishes)
  3. Tehigren (The Trees )
  4. Midiwan (My Friends)
  5. Tenesse (Idleness)
  6. Oulhin (My Heart Burns)
  7. Adounia Idagh (This Life)
  8. Tamasheq (The Tuareg Language)
  9. Takamba
  10. Adouagh Chegren (At The Top Of The Mountain)


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