Clutch

The Book Of Bad Decisions

2018 (Weathermarker)
hard-rock, stoner-rock, blues-rock

I Clutch sono il gruppo rock del ruvido e carismatico cantante Neil Fallon, del trascinante chitarrista Tim Sult, dell'eclettico bassista Dan Maines e dell'eccezionale batterista Jean-Paul Gaster. Fin dal loro esordio negli anni 90 gli statunitensi si sono ritagliati una propria nicchia a cavallo delle tradizioni blues e rock, reinterpretandole attraverso una personale forma di stoner-rock che si distacca dalla psichedelia (tipica del genere) per focalizzare la lente d'ingrandimento su un aggiornamento dell'hard-rock e del southern-rock agli umori del nuovo millennio. Il loro stile è una personale combinazione di suoni sporchi e melodia, di pezzi orgogliosamente "caciaroni" e grezzi assieme ad altri più riflessivi e introspettivi. Il gruppo ha così pubblicato una serie di solidi e onesti lavori (tra i migliori ci sono "Blast Tyrant" del 2004 ed "Earthrocker" del 2011), caratterizzati da una formula esplosiva, riconoscibile e divertente, che cita il passato senza suonare passatista.

L'ultimo lavoro "The Book Of Bad Decisions" esce nel 2018. Rispetto al precedente "Psychic Warfare" fa tornare in primo piano le sfumature blues, che negli ultimi anni erano state più dosate come contrappunti sonori alla ferocia delle schitarrate e all'attitudine più rockeggiante. Le due anime rimangono in ogni caso amalgamate, alternando momenti che tendono più all'una o all'altra, condite come al solito da autoironia e humor, come da trademark dei Clutch.
L'attitudine degli statunitensi nel disco è un tributo sincero e vissuto allo spirito dei bluesmen americani fin dai primi momenti: "Gimme The Keys" è un'opening accattivante, trainata dai suoi cupi riff magmatici su cui si adagia l'ardore delle linee vocali di Fallon; "Spirit Of '76" è un misto dolceamaro di malinconia ed energia; la title track è un inno al groove dell'hard-blues. Ma nei Clutch rivive anche lo spirito del rock'n'roll, e questo sentimento di tributo viene sprigionato con vigore e melodia tanto da canzoni catchy, come la spumeggiante "In Walks Barbarella", quanto da semi-ballate bluesy e fangose, come "Emily Dickinson". Il disco ha carattere rustico, ma molto meno selvaggio e feroce rispetto agli apici della carriera del gruppo. Ciò è intenzionale, ma forse tra i fan del gruppo chi preferisce l'aspetto più duro e d'impatto (insomma quello più "rocker") rispetto a quello blues potrebbe rimanerne deluso, soprattutto facendo un confronto con i precedenti dischi, in primis il riuscitissimo "Earthrocker".

La bontà dei brani è purtroppo lievemente penalizzata dalla lunghezza del disco, con ben 15 canzoni e qualcuna che purtroppo ha un po' il sapore del filler. Un altro aspetto in parte negativo è la produzione, che vuole suonare calda, ruvida e "sporca", ma non convince al 100% poiché tende a non equilibrare adeguatamente i volumi e il missaggio, a discapito soprattutto della sezione ritmica. Sono comunque piccoli nei di un'uscità più che valida e l'album rimane uno stakanovistico sunto di genere della carriera del gruppo. Una gradita conferma a coronamento della carriera dei Clutch.

28/10/2018

Tracklist

1. Gimme the Keys 
2. Spirit of '76
3. Book of Bad Decisions
4. How to Shake Hands
5. In Walks Barbarella
6. Vision Quest
7. Weird Times 
8. Emily Dickinson
9. Sonic Counselor
10. A Good Fire
11. Ghoul Wrangler
12. H.B. Is in Control
13. Hot Bottom Feeder
14. Paper & Strife
15. Lorelei
 

Clutch sul web