Father John Misty

God's Favorite Customer

2018 (Sub Pop / Bella Union)
songwriter
6.5

A un anno da "Pure Comedy", Josh Tillman torna con un nuovo disco sotto l'ormai celebre alter ego Father John Misty: "God's Favorite Customer". Scarti ben riciclati delle lunghe session del predecessore, un modo per cavalcare la cresta dell'onda? Fortunatamente - e com'è ormai consuetudine - il musicista americano ha in serbo qualcosa di molto meglio.

La chiave di lettura di "God's Favorite Customer" è nel brano e annesso videoclip ufficiale del primo singolo: "Mr. Tillman". "Mr. Tillman, are you ready?", si sente pronunciare prima del ciak, anticipando l'angosciosa e simbolica sequenza di autodistruzione. Simbolica ma soprattutto autobiografica, come la scelta di titolo palesa: la maggior parte delle canzoni è nata in un isolamento volontario di un paio di mesi, imposto da Misty per fare i conti con demoni e ossessioni. Per quanto l'autore abbia esplicitamente dichiarato che a differenza di "I Love You, Honeybear" e "Pure Comedy" questo non è un concept, alcune delle tematiche nate durante la prigionia volontaria tornano ricorrenti, creando un'ossatura tematica fatta di autoanalisi, riflessioni sull'amore, la vita e la morte.

La scelta dello scatto di copertina, con un Father John Misty immortalato sotto neon in primo piano, a differenza delle composizioni artistiche del passato, ci conferma che i riflettori sono puntati principalmente su di lui e non sulla società e sugli annessi mali, come in "Pure Comedy". "Mr. Tillman" è un pregevole brano pop immediatamente "fischiettabile", in cui ancora una volta il musicista di Rockville conferma il raro talento nella scrittura di testi importanti. La canzone è narrata dal punto di vista del concierge che quotidianamente combatte con questo problematico cliente dalle manie bizzarre: spese da saldare, passaporti nel frigorifero, materassi lasciati sotto la pioggia. Tra questi atteggiamenti fuori dalle righe si sentono gli scricchiolii: inviti a non bere da solo, chiamate di persone preoccupate e un ritornello in cui si ripete - più a se stesso, che all'interlocutore-ascoltatore - che va tutto bene, questa è la soluzione migliore.

Rispetto a "Pure Comedy", i brani sono più brevi e leggeri: non c'è la corposa struttura orchestrale che abbraccia la procedente produzione e non ci sono canzoni dal minutaggio esteso come "Leaving LA" e "I Growing Old On That Magic Mountain". Un disco più "light" ma non per questo arrangiato superficialmente. Prodotto per la prima volta quasi esclusivamente solo da Tillman (con l'aiuto di Jonathan Rado dei Foxygen e lo spirito-guida Jonathan Wilson) l'album ha un suono limpido e corposo, in cui è possibile apprezzare tutti gli strumenti presenti: pianoforte, organi, synth, lap steel, chitarre classiche ed elettriche, ben miscelate nell'esaltare la solita performance vocale impeccabile di Misty.
"Hangout At The Gallows" è un opening di alto livello, esplicito nel mostrare la situazione personale dell'artista e il sopracitato lavoro di produzione. Fortunatamente sarà così per tutto il disco, composto da sentite e intense ballate, come la splendida "Just Dumb Enough To Try" e "Plase Don't Die". Se "Date Night" (molto "True Affection" nell'intro) e "Disappointing Diamonds Are the Rarest of Them All" sono importanti aggiornamenti dal versante "I Love You, Honeybear", il cuore di "God's Favorite Customer" è "The Palace". La cronaca interno/esterno di questo momento della vita di Father John Misty:

Last night I wrote a poem
Man, I must have been in the poem zone
I'm in over my head
But I don't wanna leave the palace
Let's pay someone to move in and fix this
Last night I texted your iPhone
And said I think I'm ready to come home
I'm in over my head

Curioso come il tema dell'hotel torni poco dopo l'uscita del discusso "Tranquility Base Hotel & Casino". Alex Turner ha definito il suo "una casa di riposo per rockstar sulla Luna", per Tillman - nonostante i testi spesso simbolici e la sempre potente dose di autoironia - è un luogo ben più concreto, una sorta di limbo metropolitano in cui fare i conti con se stesso e uscirne ad ogni costo. Almeno con dieci belle canzoni.
Privo del pessimismo cosmico di "Pure Comedy", Father John Misty combatte i mostri interiori con una lavoro "di cura" (sue stesse parole) ispirato e intimo, capace anche di toccare gli altri. L'entrata dell'hotel sembra essere alle spalle.

30/05/2018

Tracklist

  1. Hangout at the Gallows (alternatively, You've the Answer)
  2. Mr. Tillman
  3. Just Dumb Enough to Try
  4. Date Night
  5. Please Don't Die
  6. The Palace (alternatively, I Love You But No, You're Not)
  7. Disappointing Diamonds Are the Rarest of Them All
  8. God's Favorite Customer
  9. The Songwriter
  10. We're Only People (And There's Not Much Anyone Can Do About That)



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