Father Murphy

Rising

2018 (Avant!)
gothic, avant-rock

Il crepuscolo dell'ultima fase a due (Federico "Rev. Freddie Murphy" Zanatta e Chiara Lee) dei veneti Father Murphy, iniziato con "Croce" (2015) e proseguito con l'Ep "Lamentations" (2015), culmina con l'annuncio dello scioglimento e la pubblicazione del loro ultimo album ufficiale, "Rising". Per confermare e completare il processo di chiusa, i due rivolgono dunque temi e toni monastici finalmente a loro stessi, recitandosi addosso un personale de profundis - alla stessa guisa del (peraltro truffaldino) "Swans Are Dead" per la mitica sigla di Mike Gira - come recita il sottotitolo ("A Requiem For Father Murphy") e come dimostrano i brani titolati secondo le parti canoniche della liturgia.

L'"Introit" è niente più che una sequela di colpi cadenzati di timpano, le sue risonanze gravi, e un frugolare elettroacustico; a metà, l'"Offertory" assembla suoni di decomposizione in un sostrato di rogo; la chiusa, "Libera Me", sono quattro minuti di found sound di ribollio sotterraneo. Se non sono capolavori di fantasia, questi brani sono comunque fermi e affocati nel loro ascetismo.
I droni mortiferi del "Kyrie Eleison" sono rischiarati dalla litania (ovviamente) senza vita delle voci dei due, che poi scompare nei successivi "Sanctus" e "Agnus Dei", frammenti di musica ambientale senza molto significato, si ritrova in coda al brevissimo elettronico marciante "Pie Jesus", e quindi dilaga nei dieci insostenibili minuti di "Sequence" e "In Paradisum" (dopo tre minuti di ulteriore musique concrete di pala su terra).
Brani cantati appena più effettivi sono forse l'inno catacombale di "Tract", trasfigurato in un'estatica rifrazione elettronica, e l'aria di soprano un po' alla Leo Delibes di "Communion", per quanto non arrivino agli standard fissati da Dead Can Dance e Miranda Sex Garden.

Questo scheletro di disco avrebbe una sua dignità e un suo fascino bizzarro di cerimonia e (auto)celebrazione assemblata, più che composta, con le tecniche più disparate, e quantomeno una solida statura di concept mortifero. Non trova trasmissione, però, non passa per via dell'uso immaturo e pretenzioso delle voci: sono una delusione, lontane parenti dei loro primi strepiti, le distorsioni, i rosari demonici di "And He Told Us" (2008). Ma il peggio sta nell'impostazione. Un mini-album di collage sonoro di musica elettroacustica, questo il succo da salvare dell'opera - ma è un regalo di Luca Garino (degli amici How Much Wood) - avrebbe reso loro memoria e discrezione molto più di quest'incerto, incespicante monolite affetto da accidia e logorrea. Un commiato che sa di autoparodia di una carriera. Preceduto da due uscite brevi collaborative, uno split con i Grumbling Fur (2017) e un 10" con Jarboe (2017). Co-prodotto con Ramp Local.

06/05/2018

Tracklist

  1. Introit
  2. Kyrie Eleison
  3. Gradual
  4. Tract
  5. Sequence
  6. Offertory
  7. Sanctus
  8. Agnus Dei
  9. Communion
  10. Pie Jesus
  11. In Paradisum
  12. Libera Me

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