Decadimento della materia e della morale, presa di coscienza della nostra caducità nell’epoca del materialismo più spinto e osceno. E’ questo il tema del nuovo progetto ambient di Francis M. Gri, da anni ormai tra i principali esponenti della musica ambient atmosferica italiana. Il compositore italo-svizzero ha una capacità di sorprendere gli ascoltatori, con una produzione discografica che - a dispetto della prolificità - si mantiene a livelli costantemente alti. Solo un anno fa mi sbilanciavo a definire “Fall And Flares” il suo capolavoro, e adesso il nuovo “Decays” (Decadimenti) riesce ancora una volta a trasmettere emozioni che non è affatto semplice ritrovare nella sterminata produzione ambient internazionale.
Il decadimento della nostra umanità, quel senso di effimero che è innato in ogni creazione umana, l’inevitabile percorso verso la fine di ogni cosa esistente è il soggetto di “Decays”, ma Francis M. Gri non si ferma alla mera constatazione di un processo ineliminabile, ma vi associa (criticandolo) quell’elemento di scelta suicida di una società schiava del mercato che crea involuzione della morale, fonte primaria dell’egoismo e dell’edonismo sfrenato che sono la cifra dell’epoca contemporanea del materialismo.
Da qui nasce la triade “The Age Of Materialism” divisa in “Anger, Anxiety e Apathy”. E’ un insieme di synth, chitarre, piano e field record che passano dalle brevi folate furiose della prima parte (“Anger”), all’eterea seconda parte, magnificamente eniana (“Anxiety”). La terza parte finale “Apathy”, dopo un iniziale loop, diventa un tripudio di chitarre in sovrapposizione, con un complessità crescente che non sottrae al risultato finale le caratteristiche principali della musica di Francis M. Gri, cioè quella di tessere intricate linee melodiche sognanti e comunicative. Se l’apatia, cioè l’incapacità di percepire la propria reale condizione, è il risultato finale dell’epoca contemporanea, “Numb” (Intorpidimento) esplora atmosfere simili con loop iperdilatati, rapidi pattern minimalisti, bordoni di note e canti femminili.
Come se si trattasse di un sogno estraniante dalla realtà (metafora della condizione dell’uomo contemporaneo) giungono “Subliminal Violence” e “Dummies”, la prima schiacciata da synth violentissimi (la violenza vista come elemento fondante dei rapporti interumani e tra uomo e natura), la seconda molto più atmosferica, colonna sonora dell’uomo moderno ridotto a manichino, manipolabile a propria insaputa da entità che lo sovrastano (stato, mercato, capitalismo). Disponibile in pregiati artwork artigianali creati con carta da riciclo e varie parti ricavate - restando in tema - da oggetti abbandonati non più utilizzabili (vecchi libri, radiogrammi, parti di vecchi orologi, piccoli ingranaggi metallici arrugginiti).
22/12/2018