Gulp

All’inizio non era che un progetto collaterale alla formazione madre dei Super Furry Animals, ma con il passare del tempo e con alcuni cambiamenti nella vita di Guto Pryce e della sua compagna Linsey Leven, i Gulp sono diventati a tutti gli effetti una vera e propria band.
I due gallesi, trasferitisi in Scozia e dopo aver dato alla luce un bambino, con l'aiuto in pianta stabile di Gid Goundrey e due batteristi a supporto (David Newington e Stuart Kidd), hanno messo a punto un album più coeso e definito dell’esordio targato 2014 (“Season Sun”).

E' un indie-pop inzuppato in suoni di sintetizzatori vintage, quello dei Gulp, le soluzioni d'arrangiamento prediligono la leggiadria dei Saint Etienne alle ambizioni degli Stereolab, o la sensualità algida dei Cardigans alla poesia noir dei Goldfrapp.
“All Good Wishes” è un album ricco di sfumature, intelligente ed intuitivo nello stesso tempo. Le canzoni alternano ritmo e romanticismo, senza mai impantanarsi in inutili sdilinquimenti.
La sensualità vellutata dai toni sixties di “Claudia”, gli accenni di kosmische musik alla Tangerine Dream della title track e l’incedere ritmico tipicamente kraut del singolo “Morning Velvet Sky” sono senza alcun dubbio le pagine più interessanti di un album che non mostra punti deboli.

Con il passar degli ascolti, l’ipnotica e sognante “Following Rain”, il ritmo stranito di “Silver Tides”, la ballata in slow-motion “Spend Time Right Here With You” e il vortice emotivo della criptica “Beam” svelano fino in fondo tutto il loro fascino ammaliante, completando un pregevole puzzle pop.

02/03/2019