Iron & Wine

Weed Garden

2018 (Sub Pop)
chamber-americana, country-folk, songwriter

Non si definisca questo “Weed Garden” come un Ep di scarti, di outtake accantonate per qualsivoglia motivo, poiché la realtà porta a considerazioni leggermente diverse. Se non fosse che queste canzoni non sono state completate in tempo per la pubblicazione di “Beast Epic”, l'ennesimo cambio d'abito per Sam Beam e la sua creatura Iron & Wine, probabilmente le stesse avrebbero goduto di una sorte diversa. La storia non si fa però con i se, è quindi solo a un anno dall'uscita del progetto madre che vede la luce il nuovo pacchetto di sei brani, in ovvia continuità con il lavoro principale. Con un impianto stilistico che elabora ulteriormente il fascinoso corredo chamber-americana dell'album, sviluppato però su una scrittura decisamente più docile ed emotiva, il progetto funge da complemento ottimale a quest'era discografica, evidenziando aspetti rimasti in sordina, nel rispetto di una grande compattezza di intenti.

Con l'omogeneità, oltre al consolidato fascino realizzativo di Beam si accompagnano anche aspetti meno convincenti, già riscontrati nella prova principale, che qui semplicemente si ripropongono con una veste leggermente diversa. Affiorano quindi con prepotenza le straordinarie abilità arrangiative dell'autore, capace di muoversi tra più esplicite aperture cameristiche (lo sfavillante tappeto d'archi di “Waves Of Galveston”, gli scherzi di pianoforte e i bordoni vocali di una più peculiare “Milkweed”), pregevoli confezioni alt-country (la ruspante “Last Of Your Rock'n'Roll Heroes”) e ballate soulful, in linea con le aperture romantiche di “Ghost On Ghost” (“Talking To Fog”, con tanto di ampio climax finale). Il tutto però avviene a scapito di una scrittura che continua a essere seduta su moduli abbondantemente utilizzati dal musicista, su un carrello di melodie che mette in risalto la commovente grana emozionale della sua penna (“What Hurts Worse” l'esempio-principe, sin dal titolo), ma non aggiunge molto di più a una calligrafia piuttosto statica, per quanto di classe.

“Weed Garden” è insomma un dignitoso corollario a una stagione di grande fervore creativo, un piccolo cofanetto di brani che attrarrà gli inossidabili fan di una delle maggiori menti folk degli ultimi venti anni, che non schiude però nuove porte. Resta un piccolo contentino, per saziare gli appetiti in attesa di una nuova ridefinizione.

17/09/2018

Tracklist

  1. What Hurts Worse
  2. Waves Of Galveston
  3. Last Of Your Rock 'n' Roll Heroes
  4. Milkweed
  5. Autumn Town Leaves
  6. Talking To Fog

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