Non saranno prolifici quanto i King Gizzard o Ty Segall, ma anche i Parquet Courts, from New York City, si difendono bene in quanto a svizzera puntualità. Fra album in proprio, progetti diffusi sotto false spoglie (il “Content Nausea” pubblicato con la ragione sociale immaginaria Parkay Quarts), collaborazioni trasversali (recente quella con Daniele Luppi e Karen O per “Milano”) e il timido inizio di promettenti percorsi solisti (“Thawing Dawn”, firmato lo scorso anno da Andrew Savage, dal taglio decisamente cantautorale), i ragazzi hanno quasi sempre un disco nuovo in circolazione, e la qualità (eccezion fatta per qualche vezzo trascurabile, come il più sperimentale “Monastic Living”) si attesta sempre su livelli medio-alti.
“Wide Awake!” li conferma in gran salute e sempre più trasversalmente onnivori: se l’iniziale “Total Football” si esprime in un linguaggio tendenzialmente punk oriented, ricollegandosi ai precedenti lavori della band, più avanti le sorprese e i cambi di registro non mancano. In particolare, i Parquet Courts confermano di saper coniugare il ritmo del funk metropolitano (la cattiveria impressa in “Violence”) con l’urgenza espressiva del garage rock, vedi la mirabile “Almost Had To Start A Fight/ In And Out Of Patience”, in pratica due brani in uno, ripresi parzialmente live.
Resistono sia l’Americana obliqua di matrice Pavement - in “Mardi Gras Beads” e “Freebird II” - che i guizzi post-hardcore in grado di fondere Fugazi e Husker Du – ma filtrati attraverso la capacità di sintesi che fu dei Minutemen – arditamente concretizzati prima in “Normalization” e poco oltre nella doppietta “NYC Observation”/“Extinction”, che conferisce una bella scossa alla parte finale del lavoro. Ma in aggiunta questa volta troviamo anche le festaiole derive disco-funk introdotte dal singolo anticipatore, il quale non a caso dà il titolo all’intero album.
Apprezzati nel circuito alternativo per l’innata capacità di fondere assieme due importanti New York del passato, quella proto-punk dei Velvet Underground con quella alt-noise dei Sonic Youth, i Parquet Courts sono giunti, disco dopo disco, a sviluppare una propria distinta personalità, spingendosi con “Wide Awake!” verso nuovi territori - anche grazie alla presenza in cabina di regia di Danger Mouse – senza mai dimenticare l’importanza di essere accessibili. Rinnovando il proprio posizionamento, con merito, nella ristretta cerchia delle band di riferimento del circuito alt-rock americano degli anni 10.
21/05/2018