R.A.N.

Seb-i Yelda

2018 (Karlrecords)
dark-ambient, elettronica sperimentale

In tempi recenti la musica elettronica, attraverso artisti di prima scelta quali Shackleton e Rabih Beaini (Morphosis) ha rimesso in gioco tratti identitari in grado di fornire inediti spunti per la rielaborazione di suggestioni world: enormi distanze geografiche e culturali vengono colmate per mezzo di densi calderoni nei quali confluiscono tratti melodici e ritmici che dal Medio Oriente conducono agli estremi del mondo tribale.

In questo solco va ora meritoriamente citata anche Hüma Utku, attiva da qualche anno con il moniker R.A.N. (Roads At Night). Nel 2015 usciva il suo Lp d’esordio “Her Trembling Ceased”, il quale lasciava già emergere un tratto compositivo eclettico e promettente. Trasferitasi da Istanbul nella capitale tedesca, Utku non poteva trovare miglior ala protettrice di quella di Thomas Herbst e della sua Karlrecords, trovando in essa una perfetta rispondenza tanto in termini sonori quanto progettuali.

L’ingresso nel roster berlinese è segnato da un 12” breve ma di sicuro impatto: in lingua turca “Şeb-i Yelda” si traduce con "la notte più lunga", e l’eloquenza simbolica del titolo si rispecchia alla perfezione nell’impenetrabile scurismo plasmato dalla sound artist. Anche in questo caso le atmosfere abbracciano disparati ambiti musicali, dalla dark-ambient/drone alla techno della specie più opprimente (title track) passando per brevi tratti di dolente pianismo neoclassico (“Ay”).
Un pervasivo senso di soffocamento e angosciosa attesa attraversa e unisce in continuità le quattro tracce come immagini in dissolvenza su scenari espressionisti ispirati alla devastazione e ai risvolti disumanizzanti dei conflitti insanabili che piagano i paesi mediorientali.

Attraverso un diretto impatto emotivo, R.A.N. riesce senza sforzo a risvegliare le coscienze e aprirci gli occhi su una realtà a noi lontana e cui le immagini sui media sembrano averci resi quasi immuni. Un approccio decisamente drammatico alla narrazione musicale, che invece di porsi in maniera brutale procede a sedurre sottilmente – e forse morbosamente – l’ascoltatore in un territorio ostile dove gli echi sbiaditi della tradizione popolare si sollevano a fatica dalla polvere, forse per l’ultima volta.

29/08/2018

Tracklist

  1. Şeb-i Yelda
  2. Ay
  3. Sabah
  4. Kul

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