Sanguine Hum

Now We Have Power

2018 (Bad Elephant)
prog-rock

E’ una lunga storia quella che lega Matt Baber e Joff Winks.
Era l’anno 2000 quando i due ragazzi di Oxford misero a frutto l’amicizia nata sui banchi di scuola per dar vita alla loro prima formazione: gli Antique Seeking Nuns. Con un mix di Canterbury, progressive, Frank Zappa e post-rock, la band ha inciso tre interessanti Ep, coltivando nello stesso tempo una formazione collaterale, la Joff Winks Band, più incline alle contaminazioni pop.
Con la sigla Sanguine Hum i musicisti inglesi hanno chiuso entrambi i fronti concentrando le attenzioni su un suono più versatile, che smussasse le intricate e rigide trame del prog-rock contemporaneo, lasciando defluire un’intensità narrativa più moderna e a tratti onirica. Surreale è infatti il punto di partenza del progetto, che da ben dodici anni Barber e Winks stanno portando avanti con questa nuova formazione: il fulcro narrativo è la storia di un uomo dal fragile equilibrio psichico che, tra sprazzi di genialità e incoscienza, decide di voler risolvere il problema energetico mondiale, con l’aiuto di sparute conoscenze scientifiche e con il supporto spirituale di un gatto e di un pezzo di burro.

Seguito di “Now We Have Light” del 2015, “Now We Have Power” vede il ritorno del batterista Paul Mallyon (che peraltro figurava ancora come autore nel precedente album), nonché il passaggio alla Bad Elphant, un’etichetta che sta concentrando l’attenzione sul prog contemporaneo con una serie di produzioni di buon livello.
Senza rinunciare all’etica progressive-rock, i Sanguine Hum danno prova di un’intensa capacità di sintesi, che allontana lo spettro della prevedibilità anche nelle tracce più tipiche (“The View Part 1”), spostando l’asse di riferimento alle moderne elaborazioni di Steven Wilson e dei Porcupine Tree (“The View Part 2 ”).

Il dinamismo lirico e strumentale della più energica “Speak To Us” e la delicata sinuosità di “Swansong” sono i due estremi entro i quali la band si muove con grazia, offrendo gradevoli divagazioni su tema, pur senza brillare per originalità.
“Now We Have Power” è comunque l’album più riuscito e coeso della band, un disco che mette a segno alcune piccole perle destinate a far crescere l’attenzione del pubblico. Su tutte spicca l’intelligente mix di Canterbury, prog e post-rock di “Bedhead”, un brano che fluttua tra scale ritmiche complesse, break strumentali in chiave jazzy, e parti solista di tromba, chitarra e tastiera di pregevole fattura.
A volte la band lascia alcune melodie leggermente irrisolte alla stessa maniera dei King Crimson (“Pen! Paper! Paper! Pen!”, “A Tall Tale”), catturando quella magia che Fripp e compagni tratteggiarono in maniera esemplare nell’album “Island”, mescolando neoclassicismo e jazz (“Flight Of The Uberloon”).

Con un vocalist più incisivo e caratterizzante (“Devachan Don”) e con qualche incertezza in meno in fase compositiva (“Quiet Rejoicing”), “Now We Have Power” avrebbe molte più chance di allargare il fan club dei Sanguine Hum, ma la maestria con la quale la band riesce a tenere salda l’attenzione anche nelle tracce strumentali (“Skydive”) e la costante crescita della scrittura confermano il gruppo inglese come una delle migliori formazioni prog in circolazione.

20/01/2019

Tracklist

  1. The View Part 1 
  2. The View Part 2   
  3. Skydive 
  4. Retreat  
  5. Speak To Us
  6. Devachan Don
  7. Pen! Paper! Paper! Pen!
  8. Flying Bridge
  9. Bedhead
  10. Quiet Rejoicing
  11. Speech Day
  12. A Tall Tale
  13. Flight Of The Uberloon
  14. Swansong






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