Suuns

Felt

2018 (Secretly Canadian)
experimental rock, electronic

L'uscita in simultanea dei nuovi album di Suuns, Preoccupations e Ought non serve solo a ribadire l'incredibile vitalità dell'attuale scena canadese, ma anche a dimostrare come si possano (ancora) trovare approcci differenti e vitali al rock senza necessariamente attingere al passato o ai diktat di mode, etichette di comodo e pose ormai stantie. Nel caso di Ben Shemie e soci, al tempo stesso punta di diamante e in un certo qual modo precursori della scena avendo esordito con “Zeroes QC” nell'ormai lontano 2010, come a mettere fin da subito il timbro sul decennio che stava nascendo, il discorso appare ancora più evidente. Da quattro album a questa parte, compreso il qui presente “Felt”, i quattro di Montreal non fanno che manipolare la stessa materia sonora, giungendo ogni volta a risultati simili a livello di identità ma per certi versi differenti sotto il profilo della sostanza.
 
Va anche detto che il quarto album dei Suuns riceveva un testimone non facilissimo da portare al traguardo da “Hold/Still”, un lavoro nel quale la frammentazione della materia, l'ambiguità dei moti ben rappresentata dal dualismo tra la calma ovattata e le bordate elettroniche di “Brainwash”, un'anima fondamentalmente oscura e inespressa erano tutti elementi che, combinati insieme, davano vita a soluzioni strumentali e melodiche di assoluto valore. “Felt” riprende le stesse istanze, si muove nelle medesime torbide acque art-rock (di quello, in ultima istanza, si tratta), ma aggiungendo all'insieme una serialità meccanica e ieratica impressa dalla parte ritmica che nei precedenti dischi rimaneva perlopiù in secondo piano, a livello di episodio occasionale. La compulsiva reiterazione – che talvolta si tramuta in graduale trasformazione – del tema, sostanzialmente irrisolta, è uno dei tratti principali che ritroviamo in questi undici nuovi pezzi in cui i synth tornano a fondersi con le chitarre. Un meccanismo che trova una sorta di magico equilibrio in “Watch You, Watch Me”, un baccanale psichedelico e alieno che mette d'accordo i Kraftwerk e gli Air di “10.000 Hz Legend”.
 
La scelta di tornare ad affidarsi a Jace Lasek (The Besnard Lakes), con John Congleton a infiocchettare il tutto, vuole essere un segnale di continuità e al contempo di ricerca di nuove istanze sonore. Sostanzialmente nuovo è il boogie krauto di “X-ALT”, l'assolo di sax a interrompere con intenti dissonanti la sequenza di un brano che potrebbe essere stato scritto dai Cavern of Anti-Matter. L'andatura sorniona di “Look No Further”, quasi una falsa partenza, trova più avanti pieno compimento nello psych-rock ovattato di “Make It Real”, che è anche l'approccio più propriamente melodico del mazzo - nonché quello in cui l'influenza sempiterna dei Radiohead torna a manifestarsi. L'incedere narcolettico di “After The Fall” e le blande divagazioni di “Control”, con la sezione ritmica infine rilegata a un ruolo secondario, ristabiliscono un solido ponte con le opere passate, ma è solo una breve pausa prima che la materia torni a farsi concreta fino a divenire ossessiva (“Daydream”) e infine a disperdersi in una nuvola rumorista (“Moonbeams”).
 
Ciò che “Felt” guadagna in concretezza lo perde invece in espressività, se confrontato con un “Hold/Still” che era e resta la pietra angolare della discografia dei Suuns. Non si tratta però di un passo indietro, al contrario: i canadesi proseguono imperterriti per la loro autarchica strada, continuando a evolversi per rimanere sostanzialmente uguali, fino alla prossima auto-metamorfosi.

15/03/2018

Tracklist

  1. Look No Further
  2. X-ALT
  3. Watch You, Watch Me
  4. Baseline
  5. After the Fall
  6. Control
  7. Make It Real
  8. Daydream
  9. Peace and Love
  10. Moonbeams
  11. Materials




Suuns sul web