Già cantante e chitarrista degli Ovens – californiani dediti a un power-pop ruvido e malinconico - Tony Molina ha uno spiccato dono della sintesi. Pur arrivando a contenere anche dodici tracce, tutti i suoi lavori superano di poco la decina di minuti di lunghezza, così da far sembrare i quattordici di questo “Kill The Lights” una specie di record. I dieci brevi bozzetti che lo compongono sono però decisamente sostanziosi e seppur fugaci – ascoltandoli si ha quasi l’impressione di sfogliare un vecchio album di fotografie piuttosto che di ascoltare un disco - sanno come imprimersi nella memoria. “Wrong Town”, per esempio, che in un minuto e diciassette secondi con le sue chitarre e il suo organetto funereo disegna una cittadina abbandonata da Dio, probabilmente in autunno.
Questa volta Molina non ha però fatto tutto da solo, e si sente. “Kill The Lights” è infatti basato su una vecchia demo registrata insieme all’amico Jasper Leach, richiamato qui ad adornare le canzoni con il suo arsenale di dolci tastierine sixties. La sua presenza è decisa, ma mai ingombrante, e così i suoi sintetizzatori hanno l’effetto di un fresco venticello estivo che impolvera le composizioni di una malinconia tutta beatlesiana. Il quartetto di Liverpool è sicuramente il protagonista incontrastato delle ossessioni di Molina, ma è qui in buona compagnia. Vengono spesso in mente Stephin Merritt – non solo per la chiarezza delle melodie, quanto anche per la sua capacità di cristallizzare emozioni intense in minutaggi ridotti - ma anche i barocchismi di Neil Hannon. “Jasper’s Theme” ha invece un bel piglio power-pop, come a riprendere i Teenage Fanclub meno fragorosi. La differenza più importante tra questo ultimo lavoretto di Molina e tutto quanto prodotto in precedenza è peraltro proprio la quasi totale assenza di rumore.
A volte i brani di “Kill The Lights” sembrano davvero troppo corti… sei nel mezzo di una bellissima passeggiata chitarristica in mezzo a milioni di foglie gialle quando il pezzo ti sfuma d’improvviso, strappandoti letteralmente dal tuo sogno ad occhi aperti. Ma non è forse proprio il dispiacere che si prova la conferma della bellezza di queste canzoni?
24/08/2018