Wave Pictures

Brushes With Happiness

2018 (Moshi Moshi)
blues, rock'n'roll

Primo dei due album progettati per essere pubblicati nel 2018, “Brushes With Happiness” è uno degli atti più estremi della prolifica band di Leicester, registrato su un nastro in una sola notte passata in compagnia di molto alcol e senza neanche uno straccio di canzone. Il risultato è un progetto capace di incollare l’ascoltatore sulla sedia, come se stesse assistendo a un evento unico e irripetibile.

Ancora una volta i Wave Pictures trovano linfa vitale per le loro escursioni rock’n’roll a 360 gradi nell’estemporaneità e nel situazionismo creativo. A questo giro tocca al blues concedere le proprie grazie, anche se David Tattersall, Johnny Helm e Franic Rozycki di quella malinconia e sofferenza che si agita dietro a quei familiari ma sempre viscerali accordi sembrano apprezzare più il mistero che la valenza sociale. Spogliata dalla falsa retorica, la naturale forza comunicativa del blues si sprigiona senza alcun filtro ideologico o speculativo. Il tono aspro e impuro di Howlin Wolf, la visionaria ritualità di Peter Green, l’audacia poetica della prima Patti Smith e la sgraziata anarchia melodica dei Fall riecheggiano nelle nove tracce con un ardore e una sensualità che tolgono il respiro.

Come un pittore che con pochi tocchi di colore tratteggia un intero paesaggio, come uno scrittore che racchiude in poche pagine la vita e la morte di un personaggio secondario, come un falegname che con un’ascia cesella un pezzo di legno con una grazia inaspettata, così i Wave Pictures graffiano l’estetica blues, immergendosi nel lato più oscuro e indolente dell’immaginario rock. Riff lenti e spettrali si accompagnano a testi potenzialmente corrosivi, addomesticati a un’indolenza e a un’apatia frutto di consapevolezza e disillusione. Tattersall mette in gioco alcune delle sue migliori performance chitarristiche, con una serie di intuizioni più affini al jazz-blues che alla contaminazione pop-rock.

Bastano i primi accordi di “The Red Suitcase” per spazzare via qualsiasi concessione alla giocosità del rock’n’roll: sono il tormento e l’angoscia i veri protagonisti di “Brushed With Happiness”, a volte raccontati come un’audacia e un’intensità poetica più affine alla letteratura (“The Little Window”), o con una malsana nostalgia che solo Jonathan Richman e Lou Reed hanno narrato con la stessa utopica inventiva (“Crow Jane”). Spesso un’armonica, un mandolino, uno xilofono, delle voci femminili o un violino aprono squarci armonici nel minimale e sognante tessuto organico delle nove tracce, a volte inondando di umori corporali canzoni ipnotiche e strazianti (“Rise Up”) o aride e tribali (“Jim”), conciliando il versante più ruvido e quello più sognante del blues (“Laces” e la title track).

Disco ben lontano dalla prevedibile routine, “Brushed With Happiness” è un album misterioso, notturno e malinconico, intenso e poeticamente ricco di dettagli ("Volcano"), un miracolo di perizia tecnica e sregolatezza creativa, che rende ancor più spasmodica l’attesa dell’imminente secondo capitolo del gruppo targato 2018.

17/09/2018

Tracklist

  1. The Red Suitcase
  2. Rise Up
  3. Jim
  4. Laces
  5. The Little Window
  6. Crow Jane
  7. The Burnt Match
  8. Brushes With Happiness
  9. Volcano 




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