Amnesia Scanner & Bill Kouligas

Lexachast

2019 (PAN)
sound-design, glitch-noise, post-club

Non è di certo nuova l'idea di far maturare ed evolvere un progetto lanciato in passato, di trasformarlo assecondando i cambiamenti e le contingenze del presente. Già il trasferire un brano dalla sua dimensione studio a un contesto live, a prescindere dalla minore o maggiore fedeltà al tracciato di partenza, può essere considerato un tentativo di aggiornamento/adattamento a una nuova dimensione esecutiva, raramente però si procede oltre questo binomio, fornendo alle proprie creazioni il tempo necessario per svilupparsi e spingersi al massimo delle proprie potenzialità. Grazie al progetto "Lexachast", gli Amnesia Scanner e il patron della PAN Bill Kouligas hanno dato il via a una collaborazione che dalla prima improvvisazione a Londra nel 2015 si è poi evoluta in un perturbante manifesto audiovisivo all'aprirsi dell'anno successivo, per essere quindi portata in giro per il mondo come saggio di performance-art in costante mutazione, commento multimediale di supporto alle più disparate occasioni (imprescindibili in tal senso le evoluzioni video dell'algoritmo formulato per l'occorrenza da Harm van den Dorpel).

Flash-forward al 2019, e la pubblicazione su supporto vinilico, in forma opportunamente ampliata e riveduta, di quell'eccezionale documento lasciato fluttuare per la Rete tre anni addietro, giunge come il tassello conclusivo (?) di un'operazione pressoché unica nel suo genere, uno studio sull'adattamento e sull'acquisizione di nuovi significa(n)ti, nell'alveo di un immaginario e di un assetto timbrico/compositivo unitari. Suddiviso in nove capitoli, idealmente raggruppabili in due lunghe "maxi-suite", il volto odierno di "Lexachast" tiene fede all'assetto dei quindici minuti originari, premurandosi più di donare loro nuovo respiro che di implementare inedite architetture sonore.

Rimangono quindi centrali gli incubi digitali che avevano già animato la prima manifestazione della collaborazione, sposati però a un più partecipe senso dell'ambience, a una destrutturazione più graduale nel suo massacro alle convenzioni. Indubbiamente va notato come nel 2019 l'intero immaginario post-club, anche e soprattutto nelle sue forme più radicali e abrasive, abbia perso molta della spinta propulsiva del passato, scadendo spesso nell'auto-fagocitosi e nella maniera. L'abilità nel sound-design dei due finlandesi e del musicista tedesco è tale però da preservare il potere immaginifico del suo tratto, da non disperdere il potenziale comunicativo in un futile esercizio di distruzione e di rincorsa al contrasto sonico più stridente.

Tra momenti di maggiore organizzazione compositiva, tali da richiamare addirittura effettive progressioni armoniche (il sesto movimento, colmo di detriti ritmici che simulano una sorta di degradazione scomposta del footwork), terrificanti ricordi di esotismi irreali (i toni mediorientali del quarto capitolo), fantasmi vocali in rapida quanto inattesa successione (il segmento introduttivo) recano vividi i segni dell'evocativo universo di partenza. Ancora segnata da una totale assenza di riferimenti concreti, con l'elemento umano ad assottigliarsi fino quasi a scomparire, l'epopea negativa che da sempre sottende a "Lexachast" qui trova nuovo nutrimento con cui foraggiarsi, svelandosi con tutta la necessaria (e sinistra) lentezza. Resta inimitabile la compattezza del formato originario, anche così però c'è più di un motivo per essere storditi.

26/04/2019

Tracklist

  1. Lexachast I
  2. Lexachast II
  3. Lexachast III
  4. Lexachast IV
  5. Lexachast V
  6. Lexachast VI
  7. Lexachast VII
  8. Lexachast VIII
  9. Lexachast IX


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