Battles

Juice B Crypts

2019 (Warp)
math-rock, prog-rock

[Juice B Crypts is] about chord progressions, resolutions, returning home.
(Ian Williams)

Fosse andato tutto liscio dopo il capolavoro "Mirrored" (2007), oggi i Battles sarebbero una band dalla carriera straordinaria, e questo quinto album sarebbe atteso con quel senso di familiarità con cui è anticipato un nuovo lavoro di una formazione matura, stabile, rassicurante. Invece, dall'uscita di Tyondai Braxton, hanno cambiato pelle prima rimpiazzandolo con ospiti d'eccezione dietro al microfono, poi rinunciando in favore di una pura strumentalità. Al quarto album si presentano come un duo formato dai soli Ian Williams e John Steiner, dopo l'abbandono nel 2018 del bassista Dave Konopka.

Tornano le collaborazioni, pescate da un mondo musicale ampio e rigorosamente alternativo, ammesso che l'etichetta abbia ancora un suo valore oggi: Tune-Yards vicino agli Shabazz Palaces, quindi, con un Jon Anderson che fa capolino per la gioia dei progster. Il tutto al servizio di un math-rock elettronico, infarcito di loop e gloriosamente weird, che suona al contempo infantile, cervellotico e alieno.
I carillon musicali continuano a conferire ai brani un aspetto giocoso, i labirinti ritmici aggiungono una dimensione geometrica, ma è la totale estraneità al contesto a farli suonare lontani da ogni moda, tendenza, attualità. Inarrestabile fonte di adrenalina sonora, i nostri scatenano gli istinti cacofonici ma rimangono gloriosamente astratti: 11 composizioni per il gusto di comporre, tanto da farli sembrare dei simpatici e virtuosi onanisti. Che siano i duelli ritmico-armonici, i vorticosi loop, le melodie sognanti su ritmi ipercinetici, i labirinti sonori puntuti e sferzanti, è sempre facile tornare a quanto hanno già pubblicato. E non è necessariamente un male.

La bella notizia, infatti, è che i Battles rimangono i migliori a suonare la musica dei Battles, un sound che hanno creato e che portano avanti fieramente. Questo senso di familiarità inizia con il marchingegno minimale "Ambulance" e prosegue anche quando intervengono gli ospiti in "They Played It Twice" (con Xenia Rubinos), con toni mediorientali o "IZM" (con Shabazz Palaces), timida incursione hip-hop. Rimane sorprendente la vitalità di una formula che si avvia al terzo lustro di vita: ad ascoltare "Titanium 2 Step", una folle deviazione funk, sembrano dei giovani esordienti. Nella title track la loro rinomata energia sembra persino travolgerli, frantumando il brano.
Tutti sorridenti si arriva dunque a "Last Supper On Shasta" (con Tune-Yards), come si giunge alla fine di una corsa sull'ottovolante: adrenalinizzati, un po' frastornati, forse confusi.

Oltre a questo, però, poco rimane: non un messaggio di qualsiasi tipo sul contemporaneo, non una tangibile evoluzione del sound, non un brano che scalzi i migliori della loro stessa produzione. Nessuna di queste composizioni chiarisce se i Battles entreranno nel presente o si proietteranno mai nel futuro, si limita a confermarci che nonostante le defezioni esistono, in un tempo fuori dal tempo, in una bolla sonico-matematica che presiedono senza sforzo. È solo un magnifico ottovolante elettro-rock, l'unica cosa che rimane da fare è salire per un altro giro.

22/10/2019

Tracklist

  1. Ambulance
  2. A Loop So Nice...
  3. They Played It Twice feat. Xenia Rubinos
  4. Sugar Foot feat. Jon Anderson & Prairie WWWW
  5. Fort Greene Park
  6. Titanium 2 Step feat. Sal Principato
  7. Hiro 3
  8. IZM feat. Shabazz Palaces
  9. Juice B Crypts
  10. Last Supper on Shasta Pt. 1 feat. Tune-Yards
  11. Last Supper on Shasta Pt. 2 feat. Tune-Yards


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