Bonnie Bishop

The Walk

2019 (Thirty Tigers)
country-rock, blues

La prossima volta che sentirete qualcuno raccontare la solita solfa che la musica d’oggi è di scarsa qualità non rispondetegli, fategli ascoltare l’album “Ain’t Who I Was” di Bonnie Bishop, e poi allontanatevi sorridendo.
A questo punto la domanda sorge spontanea. Chi è Bishop? Una cantautrice texana che dal 2002 al 2012 ha registrato ben cinque album, prima d’incrociare sulla propria strada Dave Cobb, quest’ultimo memore del Grammy vinto da Bonnie nel 2013 con il brano “Slipstream”, e quindi maestro di cerimonie della completa rinascita artistica della cantautrice, che ha realizzato finalmente il suo sogno di emulare il personale idolo artistico: Bonnie Raitt.

Forte del responso critico e non sfiduciata dal mancato riscontro di pubblico del pur notevole progetto discografico, Bishop ritorna in scena con un nuovo team creativo, con Steve Jordan alla produzione e un set di sessionman completamente rinnovato.
Nonostante le origini texane, l’artista è stata spiritualmente sempre più vicina al blues di Memphis, affascinata anche dalle contaminazioni funky e soul che ne hanno spesso incrociato la vitalità.

Il nuovo album “The Walk” rimarca questa attitudine con una musicalità versatile e gioiosa ma meno avventurosa. Arrangiamenti tecnicamente perfetti, ma a volte manieristici scortano le movenze soul-blues di “Keep On Moving” e “Women At The Well”, per fortuna anche quando il pattern ritmico-strumentale appare semplice e banale (“Love Revolution”), la voce dell’autrice trascina tutto verso un climax emotivo schietto e accattivante.
Basta però un briciolo d’azzardo per mettere a fuoco e fiamme la potenza espressiva della cantautrice, come un giusto giro soul per dare il La al fluente tempo ritmico-armonico alla Al Green di “I Don’t Like To Be Alone” o un tocco di spiritualità per calibrare un equilibrio sonoro ricco di sfaccettature che tiene alto il pathos gospel-blues di “Song Don’t Fail Me Now”.

La scelta di indugiare su tempi lunghi (tre brani su sette intorno ai sette minuti) e la profondità dei temi affrontati non credo garantiranno a “The Walk” maggiori fortune di “Ain’t Who I Was”. Peccato, perché Bishop è una cantante e autrice di raro talento, che ha dovuto superare ostacoli non proprio facili (una depressione che le impediva di suonare sia in pubblico che in uno studio discografico), ma dotata anche di una raffinata sensibilità, che è particolarmente manifesta nei due episodi migliori dell’album. Il primo è la title track: una ballata dal fascino ipnotico e fumoso, che profuma di terra e ha il fascino delle antiche storie dei nativi indiani, l'altro è il brano scelto come singolo, “Every Happiness Under The Sun”, caratterizzato da avventurose trame urban-funk.
Due perfetti sigilli per un album che conferma Bonnie Bishop come una delle realtà più stimolanti della musica americana contemporanea.
Non perdetevela a questo giro, potrebbe sbocciare la passione.

09/11/2019

Tracklist

  1. Love Revolution
  2. Keep On Movin
  3. The Walk
  4. Every Happiness Under The Sun
  5. I Don't Like To Be Alone
  6. Women At The Well
  7. Song Don't Fail Me Now




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