Caleb R.K. Williams

Il musicista Caleb R.K. Williams, da anni dedito con una coerenza encomiabile alla riscoperta dell'America profonda delle origini, riprende il suo piccolo progetto di piano solo con "Piano Works II", che fa seguito al primo pubblicato nel 2017. Se il predecessore si poteva segnalare come un iniziale tentativo di far parte del mondo della modern classical legata al piano, questo secondo lavoro appare più centrato e personale, dotato di una carica emotiva superiore e di idee più consistenti.

Sempre connesso al minimalismo figlio del capostipite "In A Landscape" e alla modern classical di Max Richter, Caleb R.K. Williams evoca in parte gli scenari desertici che sono il pilastro portante della sua intera discografia. La novità principale è che stavolta in Caleb ritroviamo qualcosa che nella sua musica non si era mai vista: la rabbia. Sono pochi secondi del finale “Ornament, The Long Shadow”, ma segnano uno spartiacque. Il piano solo si accompagna a suoni esterni di sintetizzatori e registrazioni ambientali; le dita colpiscono i tasti del pianoforte sempre più violentemente, quasi con rabbia, per poi perdersi del tutto ed essere sovrastate da un lungo drone elettronico. C’è tutta la solitudine e l’inquietudine di scenari bui e inabitati, di lunghe peregrinazioni nel nulla. Se l'America delle origini era un ricordo nostalgico di un passato mitico, oggi la visione sembra più lucida e realistica.  

La rabbia pare esserci anche in “Even The Deer Can Lie”, dove le note di piano si susseguono con una velocità anomala per Williams, da sempre legato al mondo della sottrazione estrema. “River & Rust” è più tipica e minimale, ma pur sempre carica di una violenza (la nota ribattuta che sovrasta le altre) che sembra aprire a nuove idee. “No Shelter Tonight”, di appena due minuti, è il momento più semplice e melodico, in linea con la modern classical malinconica che Williams persegue da anni.

13/10/2019