Carnet De Voyage

Melo Disko

2019 (Gare Du Nord)
post-modern, jazzy, electronics, neoclassical

È una sensazione inebriante addentrarsi nell’ascolto dell’esordio dei Carnet De Voyage, un progetto musicalmente irrisolto, un album costantemente in bilico tra sogno e realtà, tra passato e futuro. Un viaggio nel cuore pulsante della musica che la pianista e compositrice Rosey Chan e la musicista e deejay Mimi Xu hanno collaudato su vari palchi europei, prima di consegnare i frutti di questo intrigante progetto discografico.

Poco più di trenta minuti nei quali le due personalità artistiche si confrontano su terreni stilistici diversi, passando dalla musica classica alla techno, dal jazz alle colonne sonore di film western, tenendo insieme le molteplici suggestioni con una perfezione armonica che lascia senza fiato. Otto tracce, otto bignami stilistici che affondano le loro radici nella filosofia del “tutto è permesso, niente è possibile”, tra schemi estetici e trasgressioni informali che si susseguono con un’apparente irrazionalità che sembra scaturire da incongruenze e manipolazioni concettuali.

La natura postmoderna di “Melo Disko” si manifesta attraverso un antromorfismo che mette in fila musica sacra, elettronica tedesca, disco-music e decadentismo (“Black Mole”). I frutti sono affascinanti liturgie elettro-pop, scandite ora con i dettami irrazionalmente logici del jazz (l’affascinante intreccio tra tromba ed electronics in ”Broken Time Machine”) e ora con una polisemia sonora dalle fattezze ambigue (il mix di Morricone e trip-hop di “Sky Odyssey”).

Trasversale ed emotivamente intenso, l’esordio delle due musiciste è non solo esteticamente affascinante ma profondo e spiritualmente ricco. Rosey e Mimi abbracciano una prospettiva artistica non facile: decomposizione e ristrutturazione dei suoni sono gli strumenti di rinnovamento etico e creativo, la musica come forma d’arte si specchia nelle sue forme pop e passionali (“Radio Shack”) e in quelle più nobili, classicheggianti, ai confini della sperimentazione (“Ghostly Waltz”) e della contaminazione colta (lo spoken-jazz di “Streets”).

Anche quando i Carnet De Voyage affondano le mani nell’elettronica post-Kraftwerk non vi è nulla di artificioso o creativamente indulgente (“Permit To Drive”, “Melo Disko”). Le due autrici hanno assimilato fino in fondo il concetto di musica come arte, trasformando l’amabile e ambiguo concetto dell’eterogeneità in una struttura sonora rigorosa e potenzialmente sublime.

28/10/2019

Tracklist

  1. Black Mole
  2. Radio Shack
  3. Ghostly Waltz
  4. Broken Time Machine
  5. Permit To Drive
  6. Streets
  7. Melo Disko
  8. Sky Odyssey




Carnet De Voyage sul web